lunedì 27 luglio 2009




Cominciava a imbrunire. Una leggera foschia esalava dal prato, dalle pietre muschiose, dal cespuglio di rose Chinensis Viridiflora, orgoglio dei due vecchi. La notte scendeva alle finestre come un sipario blu. Accesero le luci. Quell'odore di gas che avevano percepito poco prima, ma sconfitto dai profumi del giardino, aveva una ragione precisa. Ci fu un grande botto, una forte luce. I due vecchi vennero scagliati fuori dalla finestra, ebbero il tempo di scambiarsi un'ultimo sguardo e piombarono, lontano, oltre la siepe di confine.

L'urto fu appena avvertito, il terreno sembrò accoglierli, sostenerli, ma poi li risucchiò. Scivolarono in un tunnel vischioso, maleodorante, sempre più lentamente finchè...
"Hai capito perchè non ci siamo mai mossi di qui?"
"Parli di questo antro?"
"E di cos'altro potrei parlare?"
"Vuoi dirmi qualcosa del gas che hai lasciato aperto?"
"Io?"
"Chi altri?"
"Lasciamo perdere?"
"Lasciamo perdere"

"Non hai paura?"
"Non si ha mai paura quando si è certi di compiere il proprio destino"

Continuavano a scivolare, sempre più lentamente...

Colpi di coda

"Non ha parlato di noi"
"Meglio"
"Ha citato Winnie, Breviglieri... perfino Jason! Tutti personaggi più marginali di noi"
"Noi non siamo personaggi"
"No?"
"No"
"Cosa saremmo, secondo te?"
"Non lo so. Però la storia è finita e noi siamo ancora qui. Qualcosa vorrà dire, no?"
"Sei sempre così ottimista!"
"E' meglio essere..."
"L'hai già detto"
"Vado in cantina a prendere una bottiglia di Calvados"
"Come sopravviveremo?"
"Ce la faremo"
"Ci annoieremo"
"Aspetteremo"
"Ma siamo vecchi!"
"E allora moriremo"
"Prima tu, prego"

Le aspettative di Myr

Per lo psicologo Muzafer Sherif un sistema di aspettative è indispensabile per l'esistenza stessa di un gruppo sociale.
Questa, in sintesi, potrebbe essere la mia risposta al dotto intervento di Flacca.

Avevo delle aspettative. La parola Fine le ha cancellate. Le conseguenze più dirette: la fine temporanea (?) dell'esistenza del gruppo sociale Klaus/Myr e soprattutto la mancata nascita del figlio di Kate e Carne, che avrebbe dato origine ad una nuova dinastia che avrebbe avuto il compito di presidiare l'Ultima Porta. Al primo figlio ne sarebbero seguiti altri tre. In quattro sarebbero diventati i Guardiani dei Quattro Punti Cardinali e durante la grande inondazione Sobek, il dio coccodrillo, li avrebbe salvati (su ordine di Ra) e Breviglieri e Winnie avrebbero ripreso il loro ruolo. Marlowe poi sarebbe sparito dopo avere visto The Big Sleep, Jason... ma è inutile che vada avanti. Questo è solo il canovaccio che era stato preparato prima della parola Fine.

Approccio teoretico o approccio sistemico?

di Anentodio Friulzi detto Flacca

Le valutazioni espresse da Myr (cfr: Myrddin Emrys, Carnival Outrage "posfazione")riguardo l'epilogo e l'enunciato "fine" (che si collocano in un punto qualunque della saga carniana, e cioè nell'ultimo capitolo), lasciano intendere che lo stesso Myrddin affronta la questione con un approccio teoretico, ovvero presupponendo che ruoli, compiti e impostazioni canoniche del romanzo in oggetto vengano alla fine rispettati. Stupisce questo atteggiamento, e il primo motivo è che un'epistemologia di carattere teoretico venga proprio da Myrddin, il quale non ha esitato più volte ad uscire di casa e ad avventurarsi nei meandri della narrazione, non dispensando la sua presenza in molti dei livelli topologicamente babelici della vicenda di Carne. Il suo rammarico e le scuse ai lettori sono solo un prevedibile effetto di questo approccio? Così parrebbe, ma noi siamo più propensi a pensare ad un'ennesima menzogna del più gaglioffo e infido scrittore del nuovo secolo, il quale statutariamente si è fatto beffe non soltanto dei lettori ma anche degli editori e dello stesso Marlowe, coinvolto da lui personalmente nella vicenda con un compito che solo ai più ingenui è potuto apparire come unh tentativo di soluzione dell'ingarbugliata narrazione (a questo proposito ricordio a Myr che dovrà corrispondere il 50% degli onorari del signor Marlowe, + il 24% della restante cifra, essendo stata sua la decisione di ingaggiarlo).
Sorprende altresì, perché Myrddin si è sempre fatto promotore di approcci sistemici, il cui propellente pragmatico e fattivamente adattativo ("dimenticare le regole della nostra formazione per accettare quello che siamo divenuti, nel mondo al quale siamo giunti. C'è chi ce la fa, dimenticando i fantasmi del passato, e che è pronto a sopportare il pensiero che la nostra società stia per finire. Senza traumi, perché il discorso è il solito: una vita è lunga una vita, e alternative ad una vita in un determinato momento non ce ne sono") sono stati determinanti in tutto lo sviluppo di Carne e derivati, legittimando incongruenze, fornendo un costante contributo euristico al racconto e in definitiva emancipando Carne e la sua storia dal rischio di una banalizzazione (appunto teoretica), che le povere energie di Klaus non avrebbero potuto evitare.
Sorprende infine il presunto rammarico, di fronte ad inequivocabili segni di cedimento e trasparenti intenzioni di voler desertificare il campo della vicenda (una serie di omicidi ingiustificati, ma soprattutto il fatidico "dormiamoci su", inaccettabile da un mago, che proprio nell'area tra sonno e veglia agisce e conduce gli sparuti ma tenaci lettori).

domenica 26 luglio 2009

Postfazione

Il mitologema è il modello archetipo che, arricchito da elementi propri di una cultura, dà origine al mito. L'abbandono di un figlio che sopravvive, e divenuto grande, è causa di profonde trasformazioni è un mitologema; La storia di Mosè, di Paride e di Romolo sono i miti da esso originati. I mitologemi sarebbero cioè il materiale mitico che secondo la nota teoria di Vladimir Propp avrebbe dato origine alle fiabe, unitamente a reminiscenze storiche.

Carnival Outrage è un mitologema.

Per mitologema, secondo la definizione di Károly Kerényi, si intende un complesso di materiale mitico che viene continuamente rivisitato, plasmato e riorganizzato.

E' per questo che la parola Fine è un termine disambiguo. Chi vuole intendere intenda.

E questa è la premessa.

Ora vediamo di concludere questo libro (?) valutando la parte finale (?). Il complesso di materiale mitico qui prodotto, continuamente rivisitato, plasmato e riorganizzato, subisce una violenta quanto improvvisa interruzione. Nasce di conseguenza il dubbio della complicità tra uno degli autori, che probabilmente vuole andare in vacanza, e il fondatore che altri compiti non ha se non quello di fondare e poi af-fondare la storia. Se così fosse uno scisma potrebbe essere dietro l'angolo, Klaus e Myrrdin potrebbero chiudere il loro sodalizio. Persino queste righe corrono il rischio di non vedere la luce perchè il pdf definitivo è già stato realizzato senza aspettare un eventuale altro testo. Temo quindi di non avere altre occasioni per raccontarvi cosa è successo a tutti i personaggi di questa storia dopo la fine prematura annunciata dal fondatore. I miei saluti più cari.

Toward the Unknown

"Dove siamo?" chiese Carne
"Zona Levante, a Quarto" rispose il Fondatore.
"Hmm"
"Hmm, cosa? Hai fame?"
"Hmm..."
"Fai una bella cosa, mangiati quest'uovo sodo, l'avevo portato per me"
"Mi accudisci sempre"
"E già"
"Non ce n'hai sale?"
"No, ho solo un blisterino di Pea & Lerrins"
"OK, va bene lo stesso"
Stettero un minuto in silenzio mentre Carne masticava lentamente l'uovo.
"Cosa è quella specie di stele con la stella?"
"Tra mezz'ora lo saprai... dovresti immaginarlo, però"
Il mare continuava a frangere. Passarono due gabbiani, e poi altri ancora.
A quasi buio la prima stella della sera apparve fulgida.
"Ecco" disse il Fondatore
"Merdelgeuse! La costellazione del Galuscio!..."
"Sì"
"Andiamo" disse Carne.

F I N E

Just before the deadline


Carne scese alla stazione di Genova Brignole. Ebbe subito la sensazione di una città latina: musica di salsa e merengue usciva ad alto volume da un chiostro sistemato in un viale. Aiuole piene di bottiglie di plastica e cartacce, rumori di cantieri e un sacco di straccioni e ragazze grasse e scure in minigonna di jeans. Molti vecchi.
Aveva con sè gli un'agenda piena di indirizzi. Marlowe non si era lasciato convincere e così era stato necessario farlo fuori e frugare tra le sue carte.
Non sappiamo di preciso quali siano stati i suoi incontri in questa città. Sappiamo che, uscito dalla stazione ha percorso due direzioni: una che va verso mare, l'altra verso il centro della città. Ma nel primo caso non ha raggiunto il mere e nel secondo non ha raggiunto il centro; ha seguito le strade indicate nella cartina, e sappiamo che si è trattenuto a lungo in tre edifici, entrando in due abitazioni private e nella redazione di una radio. Sappiamo che ha preso un caffè al bar Crippa sotto i portici di Corso Buenos Aires. Ha poi aspettato un 15 in direzione levante ed è sparito al nostro controllo. Siamo però certi, grazie alle intercettazioni ambientali e al decreto sicurezza, che ha avuto un incontro con il Fondatore.
"Avevo detto che non volevo coinvolgimenti eccessivi, e questo francamente..." disse il Fondatore
"Anch'io ne ho pieni i coglioni di coinvolgimenti"
"Prenditi un po' di ferie"
"Vorrei proprio ritirarmi, per la verità"
"Hai parlato con quei due?"
"Sono d'accordo, vogliono mettersi a scrivere sceneggiature di ragazzine con l'apparecchio o di gente sperduta in un'isola"
"Tipo l'isola dei famosi?"
"No, tipo Lost"
"Se loro sono d'accordo, di cos'altro hai bisogno?"
"Solo tu puoi chiudere questa faccenda"
"Mi attribuisci un potere eccessivo..."
"Ma tu sei il Fondatore!.. Sai cosa significa? Carne aveva fame, e tutto il resto che ne è derivato. Parte tutto da lì, non so se capisci...
"Pensi che sia scemo?"
"No, penso che dovresiti darmi una mano"
"Secondo te cosa dovrei fare?"
"Prenderti l'incarico di fare il prossimo post e di scriverci semplicemente la parola "fine"

sabato 25 luglio 2009

Dormiamoci sopra

"Vuoi smettere di scrivere? Pensavo di conoscerti..."
"Non ce ne è bisogno, tu devi solo credere alla mia versione!"
"Bella questa battuta!"
"Non è mia, è di Boston Legal"
"Sono bravi questi sceneggiatori!"
"Nemmeno noi siamo male!"
"Proprio per questo potremmo provare... abbiamo un sacco di materiale pronto"
"Dove?"
"Pensa a tutte le altre storie"
"Costerebbe troppo metterle in scena"
"Non è detto. Se scegliamo i dialoghi più belli poi possiamo adattarli ad altre situazioni"
"Fammi un esempio..."
"Non essere pigro, rileggiti un po' di testi e poi dammi una risposta"
"Comandi tu, ora?"
"Hai capito cosa ti ho detto?"
"Di nuovo?"
"Di nuovo cosa?"
"Ho capito, dormiamoci sopra!"

Comunicazione di servizio

Si comunica che le seguenti richieste di nuovi personaggi sono state rifiutate ( a fianco del nome il numero di voti contrari):

- 1x Funk Reil, cercatore di tempeste
- 1x Ethel, elementale stella marina
- 1x Ala Sonica
- 1x Rom, visir delle liane
- 3x Mist rias, custode sonico
- 1x Timore sacro
- 1x Syforce, elementale dell'aurora
- 1x Vampata solare
- 2x Laura giga, custode celeste
- 2x Toel, visir della speranza
- 1x Hanusa, elementale radiante
- 1x Aeris, elementale aereo
- 1x erba a spirale
- 3x sprazzo di chiardiluna
- 2x erba smeraldina
- 2x raggio solare
- 1x Ballas, visir degli elettroni
- 2x Ra vu, cercatore della folgore
- 4x Miele, visir della folgore
- 1x Fonch, l'oracolo
- 3x Gulan Rias, custode piè veloce
- 1x Albero rasoiospino
- 1x Milieus, alfiere del mattino
- 1x albero di giada senatine
- 1x reso pacos, custode dei cieli tersi
- 1x Iere, visir delle pallottole
- 1x Rodi gaele, guardiano della notte
- 1x Lok, visir della caccia

Nuove opportunità

"Se l'immortalità fosse fuori legge, solo i criminali sarebbero immortali"
"Vuoi spiegarti meglio?"
"Sembrerebbe un'aforisma, invece è solo la trascrizione di una frase da Eleventh Hour, di cose così potremmo scriverne migliaia"
"E' un suggerimento?"
"Potrebbe essere. Da una parte ci sono i libri, dall'altra, con aumenti esponenziali, i telefilm. Perchè non passiamo alle sceneggiature?"
"Non so di cosa parli"
"Dimenticavo, tu non guardi la TV. E' un peccato!"
"Unicuique suum!"
"Lost, 4000, Heroes, 24, Bionic Woman, Alias, Nikita, Monk, Invasion, Jarod, Leverage, Moonlight, Life on Mars, Numb3rs, Prison Break, Six Feet Under, Dead Zone, Starter Wife, Ugly Betty, Vanished... ne ho scelti pochi, ne hai mai visto almeno uno?"
"Può darsi..."
"Il che significa che non hai visto nemmeno le nuove vie del cinema, i corti. Prova con Entity Nine oppure con Evelyn the cutest dead girl, dei capolavori!"

"E noi cosa dovremmo fare?"
"Prima documentati, poi ne parliamo"
"E la storia di Carne?"
"Con tutto quello che abbiamo scritto chiunque può portarla avanti... non c'è più bisogno di noi"

venerdì 24 luglio 2009

La sospensione dell'incredulità

"Cazzo, ho appena eliminato due personaggi per tornare al cast originale e tu ne fai comparire degli altri!"
"La madre di Novantasei serve perchè altrimenti Novantasei ritorna ad essere solo un numero"
"Ammesso che tu abbia ragione potevi fare a meno di darle un nome e un cognome, di parlare di lei per mezzo capitolo... Ora, con un nome e un cognome, l'hai fatta diventare un personaggio. Poi le hai fatto fare un figlio che serve solo per giustificare il fatto che Jason ha lo script originale..."
"Quindi ho reso credibile ..."
"Da quando in qua questa storia deve essere credibile? Hai mai sentito parlare della sospensione dell'incredulità? E' un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un'opera di fantasia. Da quando hai cominciato a scrivere non hai fatto altro che ..."
"E quindi'"
"Quindi hai deciso che era necessario riportare le cose sul piano razionale. Tanto vale che ci mettiamo a scrivere un romanzo tradizionale... si tratta solo di scegliere il genere."
"Ci dobbiamo preparare ad una nuova vita solo perchè ho introdotto un paio di personaggi per giustificare il fatto che Jason ha lo script originale...?"
"Se devi dare una parvenza di credibilità a tutto quello che succede, che è successo e che succederà in questa storia tra poco dovremo introdurre un migliaio di nuovi personaggi... Prova a pensare cosa abbiamo dovuto fare nei dintorni dell'Eiger! Addirittura abbiamo dato vita a Wilfred, un falegname che si trombava la padrona della pensione... come se fosse importante il fatto che la vecchia si facesse dare qualche colpo da qualcuno!"
"Intanto si chiamava Wilfried e non Wilfred..."
"E poi, già che c'era, ce lo siamo tenuto per quattro capitoli, uno dei quali semi porno!"
"Già che c'era, perchè non utilizzarlo?"

Come Jason Spengler venne in possesso del manoscritto

Come capo reparto ai grandi Magazzini LaFayette, Chaliza non se la cavava male. Ma il tenore di vita che aveva derivava da ben altro. Da ragazza aveva conosciuto un orrendo giovanotto: aveva lunghi capelli neri, con un ciuffo oleoso che riavviava continuamente con la mano. Una mano al tempo stesso flaccida e ossuta, di colore cereo, con le dita lunghe e aguzze, che terminavano in unghie assai più piccole del necessario. La sua giacca, sempre rigorosamente blu, portava perennemente sulle spalle quello che poteva sembrare ciò che resta in un sacchetto di patatine fritte dopo essere stato trasportato in una cartella per documenti. Il giovane Jason, fondatore della Venkman, Stantz & Spengler, era fidanzato con una certa Kate Fuller ormai da due anni, ma si concedeva sempre delle puntatine nei quartieri più animosi, dove abbondano non solo le prostitute, ma anche tante ragazze povere (cameriere, d'albergo, shampiste, cassiere o commesse) in cerca di amanti che possano regalare loro un anno, un mese o anche solo una serata di vero benessere.
Quand'era giovane Chaliza Mahlijt era molto carina: di origini turche, aveva pelle scura e occhi ammalianti. Faceva la cartomante. Dopo aver letto la mano a Jason si convinse che avrebbe potuto manipolare quel giovane rampollo. Invece Jason la mise incinta e sparì. Fu lei a ritrovarlo , poco prima di partorire, e mettendolo sotto minaccia di una causa si fece passare un appannaggio mensile, senza però che il figlio fosse riconosciuto. Tuttavia Jason ebbe qualche ingerenza nella vita del giovane, a coninciare dal nome: lui avrebbe voluto chiamarlo Sessantanove, in onore della prtatica sessuale da lui preferita, ma per errore il curato di Sain-Martin lo registro come Novantasei.
Novantasei Spengler era cresciuto a Gagny, nella grande periferia di Parigi. Aveva fatto per un po' il dj in una radio, poi aveva provato a fare il pittore ma alla fine per sopravvivere aveva scelto di fare il grafico.
Era un giovane riottoso e taciturno, che apriva la bocca solo per polemizzare e per rivendicare i suoi diritti. Jason non se n'era mai preoccupato, ma negli ultimi tempi le visite di quel bastardo erano diventate più frequenti...

Who's ringing?

Winnie si asciugò i piedi nell'asciugamano di fiandra, infilò le pantofole e andò alla porta. Prima però ripose accuratamente la Pietra in un piccolo sécretaire.
"Chi è?"
"Sono Carnet De Culo, Winnie"
"Buonasera, signore. Mi scusi se la ricevo in déshabillé, a quest'ora faccio il pediluvio"
"Winnie, - tagliò Corto Carnet - cos'è questa storia del romanzo che s'è perso?"
"Non saprei, monsieur. So solo che si è perso. Era previsto dal canovaccio iniziale che io ritrovassi il manoscritto in questa borsa - disse, indicando la cartella appoggiata vicino alla poltrona..."
"Invece?"
"Invece non c'era"
" E cosa c'era nella cartella?"
"Quella copia del Sunday Times" disse Winnie indicando il portariviste.
Carnet si avventò sul giornale, sfogliandolo spasmodicamente. Fu allora che Winnie notò che Monsieur De Culo era visibilmente nervoso.
"Qualcosa non va, signore?"
"E me lo chiedi?"
"Avrei preferito una sua risposta, ma se preferisce, ebbene sì, signore, glielo chiedo"
"Mi chiedi cosa?"
"Le chiedo se qualcosa non va"
"Sono rovinato, ecco tutto"
"Economicamente?"
"E socialmente. Ro-vi-na-to. Fine della storia"
"Nella vita è veramente nostro solo ciò che possiamo tenere con noi durante un naufragio" rispose Winnie guardando fuori dalla finestra.
"Winnie, un'altra di queste battute e finisci a fare il pony-express"
"Come si è... ehm... rovinato, signore?"
"Ma non ci arrivi da solo, maledetto scozzese testa di cazzo? Tutte le mie conoscenze, i miei redditi, le case, le auto... Tutte quelle graziose puttanelle che mia madre mi manda periodicamente da Pigalle... I vol-au-vent au fois-gràs, le capesante, lo Chateau Margot... Non capisci?"
"Capisco, signore, ma si può sempre ricominciare... Suo fratello l'ha fatto più volte!"
"Non mi parlare di quel bastardo bianco. Io sono nero! Non sai cosa vuol dire! E proprio adesso che c'è Obama, io avrei potuto diventare London Major! E invece tutto sparisce! In quelle pagine ci sono tutte le prove, i miei privilegi, c'è la certificazione della mia appartenenza! Del mio lignaggio, porca troia puttana!"
"Capisco, è un guaio, signore"
"Domattina mi condurrete da Lady Cophetua e vedremo di trovare una soluzione! C'è di mezzo anche lei, in fondo. Se necessario la convincerò a parlare con il Principe Carlo in persona".
"Sta bene" disse Winnie
"Domattina alle dieci. Con la Rolls. Lucidata a puntino".
"Non credo che sua signoria possegga una Rolls"
"Ah sì? E chi l'ha detto? Dove sta scritto?"
"Capisco, signore"
"Alla dieci. Con la MIA Rolls. Buonanotte".

Contrordine

"Buttate via tutti i layout, l'autore ha detto che la copertina deve mostrare assolutamente la Pietra di Malvito" disse Otto.
"Ma che cazzo chiamano un grafico, se sanno tutto loro?" disse Novantasei.
"Non rompere sempre i coglioni! Ci vogliono quella cazzo di pietra? E tu metticela e facciamola finita"
"E tutto il lavoro fatto prima? Chi me lo paga?"
"Erano prove, eravamo stati chiari. Si paga la copertina approvata"
"Sì? E se questi per un anno mi fanno fare e disfare?"
"Vabbè, nella prossima riunione vedo di chiarirci un po' le idee..."
"Vengo anch'io alla riunione?"
"Per carità, lascia stare!"
"Ma allora, se non conto un cazzo, perchè mi avete fatto leggere tutta quella merda di romanzo?"
"L'hanno chiesto gli autori. Uno ha detto: si chiama un grafico, gli si dice di leggere il testo e di arrangiarsi seguendo la linea della stessa collana..."
"E io ho fatto così, come mai adesso non va più bene?"
"Sei un rompicoglioni, però, eh!"
"E' un innato senso della giustezza, pardon, della giustizia!"
"Sarà, però sei un rompicoglioni"
"Cosa ne faccio della stampata?"
"Buttala, tanto ce l'abbiamo nel server"

Dubbi...

"Stanno decidendo la grafica della copertina?"
"Non mi pare, credo che non abbiano un cazzo da fare e fanno finta di lavorare..."
"A me piace la 5"
"Non cadere nella stessa trappola! Non è così che si decide una copertina, si chiama un grafico, gli si dice di leggere il testo e di arrangiarsi seguendo la linea della stessa collana..."
"Ho capito. Mi ricordo di una volta che persino la donna delle pulizie..."
"... aveva detto che non le piaceva e non se ne è fatto nulla...."
"Sì, le cose andavano così... il grafico rifaceva il lavoro in due versioni, una brutta e una bella... così la scelta la faceva lui..."
"...tranne quando il cliente sceglieva quella brutta!"
"Pagava lo stesso?"
"Non sempre!"
"E perchè uno faceva il grafico?"
"Meglio che non te lo dica!"
"Ho capito lo stesso"
"Ora cerchiamo di capire cosa sta succedendo. Ecco cosa penso: gli editori sanno la storia dei testi modificati ed hanno loro la copia che hai perso."
"Come fai a dirlo?"
"Deduzione. Vedi traccia della pietra di Malvito nei disegni della copertina?"
"No"
"Se ne parla all'inizio, tutti la vogliono, poi se ne riparla al 135esimo, quando Winnie la trova nella borsa. Non è un elemento marginale, è il nocciolo stesso della storia, io l'avrei utilizzata almeno come elemento decorativo..."
"Sempre che nella storia originale ci sia una Pietra di Malvito..."
"Che ne dici?"
"Se fossi un giapponese a questo punto l'harakiri sarebbe d'obbligo... Avere scritto un libro e non sapere nulla della storia che c'è dentro!"
"Potremmo separarci, ognuno potrebbe scriverne una parte senza leggere quello che l'altro sta scrivendo o ha scritto... sarebbe la stessa cosa..."
"La prossima volta scrivo delle favole per bambini"
"Come se fosse più semplice... e poi cosa sucederebbe se ti cambiassero i testi anche lì? Prova a pensare se una gita in un giardino pieno di fiori si trasformasse in un horror sadomaso?"


A due piaceva la due a Tre piaceva la 5.
"Ma il testo dov'è" chiese Tre

Le copertine






A Dodici piaceva la tre, a Uno piaceva la 5, all'editor, che si chimava Trentasei, piaceva la due, a Tre non ne piaceva nessuna.
"Ma perchè pensiamo alla copertina? Non abbiamo ancora il testo!" disse Ventiquattro.

giovedì 23 luglio 2009

Five o'clock

Il tichettio della pendola Smith-Enfield sistemata sull'architrave del caminetto faceva da contrappunto al tintinnio dei cucchiaini nelle vecchie tazze Royal Doulton con i disegni di caccia alla volpe. Nelle tazze, l'infuso di Lapsang Souchoung Fukien appena addolcito con una punta di miele di zagara e neroli. Nella casa, un profumo di cera d'api misto alla lavanda dei cassetti. Un vecchio grammofono, con il volume al minimo, faceva uscire flebilmente Le Petit Negre di Debussy. Fuori, in giardino, lo Yorkshire era sempre lo Yorkshire, con le sue foglie di olmo nei viali, le folate di vento improvvise e i muri a secco in pietra scura nelle campagne. Il cielo grigio, con fugaci sprazzi d'azzurro tra nembi scuri, forieri di piovaschi.
La pendola Smith-Enfield scandì le 17. Il trillo del telefono turbò una quiete che sembrava millennaria.
"Si?"
"Sono Tixo"
"Mm"
"E' passato un certo Marlowe. Un sosia di Humphrey Bogart che fa il poliziotto privato"
"Ti ha minacciato?"
"Neanche per sogno"
"Cosa gli hai detto?"
"Gli ho inventato una pantomima, gli ho detto che era tutta colpa del computer"
"Quindi quella storia della password..."
"Hey, ma voi come fate a sapere della password?"
"Non preoccuparti di questo. Piuttosto, se l'è bevuta?"
"Non credo, non mi ha pagato"

Winnie's hamletic doubts

Winnie, in qualità di Guardiano della Porta di Sopra, aveva capito tutto, o quasi. Capiva il suo ruolo nella faccenda, e ne intravedeva lo statuto ontologico. Sapeva benissimo di essere un personaggio del racconto, e sapeva addirittura che non era stato collocato gerarchicamente dove la sua statura spirituale avrebbe imposto. Nondimeno, accettava questo ruolo con la dignità che gli era innata, la stessa dignità con cui per anni aveva dovuto impersonato il ruolo di chaffeur in una casa di gente quantomeno ambigua. Sapeva perfettamente di essere simpatico agli autori (probabilmente il più simpatico) ed era chiaro che Myr, rimettendo la borsa nelle sue mani, gli assegnava il compito di sviluppare la faccenda oppure di farla morire.
Il bicarbonato cominciava a fare effetto, e i piedi di Winnie vivevano il loro momento quotidiano di ristoro.
Il problema dei piedi era risolto. A fianco della poltrona, per non doversi alzare con i piedi bagnati, teneva sempre una bottiglia di Legavulin 16 anni.
Gli piaceva, ma non era il suo preferito (Winnie beveva solo bourbon, e lo sceglieva tra quelli più economici). Il motivo della scelta era un pro-memoria: la distilleria che lo produce è situata in una piccola valle nella costa sud dell'isola di Islay, ed è particolarmente vicina alle rovine del Castello di Dunyveg. Era da quelle contrade che 1000 uomini erano partiti per combattere insieme a Robert the Bruce nella battaglia di Bannockburn nel 1314.
In quella battaglia il suo avo Sir Warldo Winnicott Willaby (detto The Web) si era distinto gloriosamente. Robert the Bruce, non potendogli assegnare un casato, nel 1318 lo condusse nel Castello di Dunyveg e gli consegnò una delle chiavi per il Mondo di Sotto. Se fosse stato necessario, quell'accesso era sempre disponibile, ma la memoria di Winnie cominciava a perdere qualche colpo ed ecco quindi il motivo del Legavulin.
Winnie guardò il Lapis malvitensis che era contenuto nella borsa. Lo aveva visto una prima volta nel 1734, poi lo aveva personalmente ritrovato ad Annuradapurha, nello Sri Lanka, nel 1881, lo aveva riportato in Italia, e risotterrato a Malvito. Poi sapeva che era stato portato in un museo americano e successivamente trafugato. E ora, le Potenze di sotto lo avevano recapitato direttamentye a casa sua. Tutto questo aveva un senso, ma Winnie non riusciva a trovarcelo, specie dopo il terzo bicchiere di Legavulin.
"Strano...- disse - nella borsa avrebbe dovuto esserci la versione originale del racconto..."
Suonarono alla porta. Winnie detestava che suonassero alla porta quando aveva i piedi a bagno.

Lost and Found

Winnie controllò che tutte le luci della casa fossero spente, che le finestre fossero chiuse e che il gas in cucina fosse ben chiuso poi salì verso le sue stanze cercando di non fare scricchiolare i gradini. Si mosse piano verso la luce di cortesia che rimaneva sempre accesa, si sedette sul letto e si tolse le scarpe. I suoi piedi erano gonfi, come tutte le sere. nel suo bagno personale c'era una bacinella di ferro smaltato (bianca con il bordo blu interrotto da un monogramma molto elaborato elaborato) che era appartenuta addirittura alla sua bisnonna. La riempì di acqua calda e come al solito preferì il bicarbonato al sale da cucina ed evitò con cura di aggiungere altri sali profumati, una scelta troppo effeminata per i suoi gusti.
Prima di bagnarsi i piedi prese la borsa di pelle marrone che era appoggiata sul bracciolo della sua poltrona da riposo. L'aveva trovata la sera precedente su una panchina di fronte al prortone di casa; si era ripromesso di portarla al Met, ufficio oggetti smarriti, ma gli era mancato il tempo. La curiosità ebbe il sopravvento sulla prudenza e si accinse ad aprirla non prima di avere immerso i piedi nella benefica soluzione.
Il senso di benessere che lo pervase fu subito azzerato da quello che vide nella borsa.

Forse...

"Può darsi..."
"Cosa?"
"Salvato no ma..."
"Cosa stai dicendo?"
"Da qualche parte..."
"Vuoi spiegarti?"
"Dovrebbe esserci una stampa..."
"Certo, anche appesa al muro ho una piccola incisione di Durer!"
"Non fare dello spirito... ne avevo stampato una copia..."
"Perchè?"
"Perchè non mi fido di Quattro"
"... e... "
"... e volevo vedere se un altro editore..."
"Dove l'hai messa?"
"L'avevo in borsa quando abbiamo incontrato Marlowe la prima volta"
"No. Quella è la storia modificata. Noi siamo qui. Marlowe era a Londra, in Bedford Square"
"No. Marlowe è un personaggio fantastico... non è ne qui nè a Londra nè in nessun altro luogo"
"L'avevo nella borsa, te lo assicuro"
"E ora la borsa dove è?"
"bella domanda!"

Yorkshire/Genova Centro

"Hai tenuto il testo originale?" chiese Myr-il-Cui-Nome-Non-Può-Essere-Nominato
"No, perché?" rispose Grande klaus
"Puoi rispondermi e basta?"
"Devo rispondere come vuoi tu, o come voglio io?"
"Pare che un virus abbia mandato in merda tutto quello che abbiamo scritto"
"E tu non hai tenuto un originale?"
"Te l'ho chiesto prima io. Secondo te perchè te l'ho chiesto?"
"Perchè TU non l'hai tenuto"
"Fanculo, eh"
"Sì, sì, fanculo"

Tutto chiaro?

Marlowe adesso era seduto davanti alla scrivania (per la verità più che una scrivania era una montagna di periferiche, ciabatte, hd esterni, lettori e spinotti di ogni passo) di Tixo Warpole. Non aveva voluto neanche una lira. Aveva semplicemente chiesto, a cose fatte, di poter ricevere un pompino da Lauren Bacall, con la possibilità di filmarlo e di metterlo in rete. Marlowe aveva dovuto penare parecchio per convincerla, e aveva ottenuto solo un "ni".
Trovare l'intero testo di tutta la vicenda non era stato facile: i pdf disponibili in rete erano incompleti (va ricordato), d'altra parte quei due spilungoni erano sempre fatti o ubriachi, non ci si poteva aspettare niente di buono. Ma Tixo era entrato nei pc e aveva catturato le versioni originali, poi aveva messo tutto in sequenza cronologica e poi aveva cominciato ad analizzare i file. Marlowe continuava a non capire un cazzo. Non riusciva ad afferrare neanche il concetto di "testo in formato digitale", comunque aveva capito che al giorno d'oggi esistono delle specie di congelatori che trattengono tutto il testo scritto da una macchina da scrivere. Poi bastava mettere un tubicino nel congelatore e il testo si scioglieva e si trasferiva in un'altra macchina da scrivere, che lo riscriveva lì per lì.
Tixo provò il vaglio di almeno 34 codici militari, compreso quello di Al-Qaeda ma non ne vennne fuori niente. Passò il testo con tutti gli antivirus che aveva. Niente. Sembrava solo un'enorme ammasso di cazzate, senza una logica e con una complessità crescente. Qualcosa tipo i modelli matematici di evoluzione deterministici e probabilistici. Provò la validazione col modello di Malthus deterministico discreto e continuo. Provò quello di Luria e Delbruck sulla mutazione di popolazioni batteriche... niente
Andò a mangiare un fishburger, poi fece il vaglio sul modello deterministico per le mutazioni genetiche, sul Modello di Malthus con coefficiente di crescita stocastico, l’esempio della strategia di “bet-hedging” con i relativi processi di ramificazione.
"Fanculo" disse, telepaticamente.
Non funzionava neanche con l'evoluzione con crescita limitata e men che meno con modelli logistici continui.
Passò allora i modelli e fitting dei dati sperimentali. Modello logistico per la speciazione Modelli di evoluzione di popolazioni conviventi: (a) predatore-preda o di Volterra- Lotka; (b) diffusione epidemie; (c) competizione; (d) cooperazione Modello logistico per la selezione naturale, Modello per la migrazione, Modello stocastico per la deriva genetica.
Il più adatto sembrava il caos deterministico e il modello logistico discreto di May, ma alla fine, quando il caso sembrava risolto, provava a rigenerare il testo sul modello di May e il computer si inchiodava.
"Fanculo", disse di nuovo.

Alla fine gli vennne in mente l'uovo do Colombo... E se il testo fosse stato scrittto con un Mac?
Si mise a guardare attentamente lo script di AppleScript-THT. Sapeva bene che il virus sfrutta una falla nel Desktop Remoto, consente agli aggressori di registrare tutto quello che viene digitato sui Mac infetti, di scattare immagini tramite la telecamera integrata, di catturare schermate, di farsi mandare le password degli utenti e di attivare la condivisione dei file. Apre alcune porte nel firewall di Mac OS X e disattiva i log di sistema nel tentativo di non farsi trovare.
Quello che non sapeva era come poteva essere stato inviato.
Copiò il testo su un portatile Mac, staccato da tutto il resto. Si collegò con i pc di Myrddin, di Klaus e del Fondatore (perchè risultava tra i contributors)
Non fu difficile trovare la password. Fu un pò più complesso scoprire che la password non abilitava il virus solo al login, ma anche mentre veniva digitata nel testo corrente.
"Password" era una parola che Marlowe capiva, come Abracadabra.
"Qual'è questa fottuta password?" chiese
"SETH" rispose Tixo.
Nel listato html la parola SETH si vedeva adesso evidenziata.
"Ho capito" disse Tixo. Questa parola abilita sdelle variazioni incontrollabili, gli scritttori non c'entrano niente. Il testo si modifica dopo che loro hannno scritto. Tanto non rilerggono mai. Tuttalpiù ricopiano dei pezzi di testo vecchi senza verificare se se lo ricordano. Copiano, incollano e riscrivono. Ma non si sono accorti che la parola SETH ha cambiato il loro banale romanzo di avventure in una babele letteraria... Sarebbe piaciuta a Borges, questa cosa.
Dunque, vediamo... la parola SETH compare per la prima volta in Carne di culo bis (sliding doors) - 8, quando recita: "Seth e Richard Gecko erano lì sulla porta ad aspettarlo". Poi ricompare in Carne di culo <10 + 1, dove si dice: "Non solo adulto ma soprattutto cattivo, tanto cattivo da castrare suo zio Seth". Poi in Carne di Culo 18 (15,5+1+x): "disse Micerinos al dio Seth, che stava in piedi dietro di lui".
Di nuovo, qui in Carne di culo - 522, dice:"Sapeva di Seth e di Horus e sapeva anche che Horus si incazzava sempre...", poi al capitolo 526: "Seth e Horus, invecchiando, avevano perso la loro battaglia". Eccolo ancora in CARNET DE CULO Chapter 16: "Carnet notò qualcosa che gli procurò un deja-vù: una statua egiziana, raffigurante il dio Seth, ochieggiava nella penombra di una nicchia del loggiato".
"Che mi prenda un colpo!" disse Marlowe
"Che succede?" Chiese Tixo
"Ma quella frase... ho come un dejà-vu..."
"Vale a dire?"
"Quella frase è un pezzo della storia dove ci sono anch'io, solo che al posto del mio nome c'è quel francese..."
"Mi sa che ti sei beccato il virus" disse Tixo
"Come sarebbe a dire? Sto benissimo"
"Marlowe... cioè, Humphrey... non so se te ne sei reso conto, ma tu sei morto a Hollywood il 14 gennaio 1957..."
"E se fossi morto che me ne importerebbe del virus?"
"E' un virus informatico. Tu sei vivo grazie all'informatica, ma in quel mondo ti sei preso un virus"
Marlowe era convinto che Tixo fosse un ciarlatano, oppure che il tutto fosse una faccenda di sedute spiritiche, roba da perversi europei"
"E' questa parola a far cambiare tutto, nel romanzo - disse Tixo per distoglierlo dai suoi pensieri - Tutte quelle faccende di cambi di realtà, incongruenze, persone che piombano nella vicenda da dimensioni sconosciute..."
"E' il virus!" disse Marlowe, senza capire
"Già" disse Tixo soddisfatto
"Capisci, Humphrey? Tutte quelle minchiate sull'Helleborus, sull'isola di merda, sui due vecchi, sul gemello negro..."
"E' il virus!" ripetè Marlowe, senza capire
"Già già" disse Tixo, sempre più soddisfatto. Poi chiese ansiosamente:
"chiamiamo Lauren?"

Il mosaico non si compone

Hob e Marlowe seguirono le auto della polizia... lì vicino doveva essere successo qualcosa...
Marlowe fece in tempo a vedere il volto della ragazza prima che ne coprissero il corpo. Era certo di averla già vista, ma non ricordava dove.
"Se tu bevessi di meno..."
"Zitto, strafatto, sto pensando..."
"Di recente?"
"Non lo so, non cercare di aiutarmi, sto provandoci io"
"Prova con qualche magia"
"Per esempio?"
"Butta una moneta per aria, se non torna giù..."
"Salgo io per andarla a cercare... forse hai ragione, la strada è questa, pronuncio una parola magica e trovo quello che cerco... Trovato... Yorkshire!"

Sul caminetto dell villa c'era una cornice liberty, lavorata finemente. Sotto il vetro una foto con i due vecchi e, in mezzo a loro, una stupenda ragazza, la stessa che ora giaceva sotto il lenzuolo. Le tessere erano sempre più numerose ma il mosaico non si componeva.
"Forse ha ragione Hob, dovrei bere di meno..." pensò Marlowe dirigendosi verso la seconda delle due isole. In Rue Saint Louis en l'Ile, da Berthillon, avrebbe potuto trovare consolazione con il migliore sorbetto della città prima di congedarsi da Parigi.

mercoledì 22 luglio 2009

Le migliori se ne vanno...

"Non si disturbi, so già cosa voglio acquistare, Chevaux de Neptune..."
"Davvero un buon gusto signora...?" chiese l'impiegato di Van Cleef & Arpels.
"Greta Rogozin"
"... non è la prima volta che si serve di noi..." il Grace, un diamante da 10 carati e 33, era troppo visibile per non parlarne.
"... non sono mai venuta da voi, solitamente ai regali ci pensano i miei amanti ... mentre questa volta il mio futuro marito, Rogozin, mi ha lasciato libera di scegliere..."
"Desidera che consegnamo il suo regalo presso il suo hotel?"
"Grazie, per queste cose sono come una bambina che..., preferisco indossarlo subito"
"Mi permetta un consiglio, non sia imprudente, Parigi non è una città sicura"
"Non si preoccupi, mi so proteggere" disse Greta allargando le gambe e spostando la gonna verso l'alto "Non si senta in imbarazzo, non voglio sedurla. Dia un'occhiata!"

Nella parte interna della coscia sinistra, applicata ad una giarrettiera di colore scarlatto c'era una fondina, dentro di essa una piccola e leggera Glock in polimero, un vero gioiello...

"Come vuole lei..." disse l'impiegato convinto dalla perfetta epilazione.

Solo più tardi seppe che avrebbe dovuto insistere. Il cadavere di Greta venne trovato nel quartiere latino, nel piccolo giardino Place Saint André des Arts. Pendente, brillante e pistola ovviamente non c'erano più.

"Bene, abbiamo eliminato anche Greta"
"Peccato, ci sarebbe servita per le scene sexy!"
"Ne faremo a meno"
"Stai diventando una checca anche tu?"
"No, stai tranquillo. E' per mia moglie, lei dice che le scene di sesso che scrivo sono di gran lunga meglio..."
"... delle vostre? non preoccuparti, è sempre così!"

Meno Quatre, fuori anche lui!

Hob era già stato a Parigi. Di solito passeggiava per il quartiere latino alla ricerca di qualcuno che gli venesse un po' di roba, possibilmente del pakistano nero. Quando era in America quello era un bene di lusso, più che un po' di erba domestica non si riusciva ad avere. Camminando senza meta si trovò danti al Saint Germain, in Rue Ancienne Comédie.

"Ciao, Philip!"
"Ciao Hob, sempre fattissimo?"
"Unicuique suum!"
"L'ho già sentita, questa"
"No, l'hai letta, a nessuno verrebbe in mente di pronunciarla"
"Sembrerebbe una esibizione"
"Già! In compenso a te l'alcool non manca mai..."
"La mia droga è legale!"
"Il che significa che fa bene?"
"Ora mi dici cosa fai qui?"
"E tu?"
"Da quello che ho capito qui tutti facciamo la stessa cosa"
"Cosa?"
"Si aspetta"
"Cosa?"
"Si aspetta"
"No, intendevo chiedere cosa stiamo aspettando?"
"Vorrai dire chi stiamo aspettando?"
"Prima di tutto che mi arrivino i 40 dollari di oggi e poi..."
"Ti fai pagare sempre così poco?"
"Era la mia richiesta massima..."
"Sì, ma sono passati 50 anni!"
"Se chiedo di più temo di perdere il lavoro"
"Non sei più quello che ho conosciuto ad Ibiza!"
"Gli anni passano per tutti"
"Per me di meno"
"Fatto come sei sempre, probabilmente non te ne accorgi!"
"Sei diventato un bacchettone!"
"Lo sono sempre stato, ho sempre offerto l'altra guancia"
"Ora possiamo parlare di cose serie?"
"Qui, in questa storia, difficilmente"
"Mi presenti al tuo amico?"
"Non è mio amico"
"Anche se state bevendo insieme?"
"E tu saresti un detective?"
"Ho capito, stai seguendo una traccia..."
"Finalmente!"
"Avrei dovuto capirlo subito, non ti ho mai visto bere con una checca"
"Checca io?" chiese Quatre, adombrato per essere stato dimenticato durante il dialogo.
"Checca tu" dissero all'unisono i due americani.
"Io me ne vado, sparisco da questa storia! Si fottano tutti, anche Un, Deux, Trois. E' l'ultima volta che mi vedete... adesso sarei diventato una checca..."

"Quattro aveva chiesto di ridurre i personaggi, ci stiamo riuscendo..."
"E se eliminassimo anche lui?"
"Non male come idea, dobbiamo tornare alle origini!"

Cinque? Eliminato!

"Hai letto l'ultimo testo di Cinque?"
"Il più recente?"
"Sai cosa significa ultimo?"
"Spesso è disambiguo"
"In questo caso no"
"Sì, l'ho letto... ma l'ha scritto lui oppure è stato il virus?"
"L'ha scritto lui... credo... ma anche fosse stato il virus il risultato sarebbe lo stesso. Quattro non si fa dare della testa di cazzo da un leccaculo come Cinque..."
"Quindi ora la storia dipende di nuovo soltanto da noi?"
"Per il momento. Da noi e da Marlowe, gli abbiamo chiesto di fare quello che vuole per poi raccontare quello che lui..."
"Un bel rischio!"
"Se non ce la sentiamo, potremmo richiamare Hob Draconian!"

Una prova d'orgoglio

"Falso, è un falso... io non lo ho mai scritto!"
"Mi hai detto che sapevi scrivere e ho visto che lo sai fare"
"Ma io non ho scritto La verità su Carne, glielo giuro"
"Se è vero quello che dici, chi lo ha scritto?"
"Non lo so davvero, io ho salvato un altro testo"
"In ogni caso non preoccuparti, è scritto piuttosto bene, e poi crea un sacco di confusione, proprio quello che ci serve in questo momento. Puoi andare avanti così, bravo!"
"Porca puttana! Ma lei davvero non capisce un cazzo? le ripeto che sotto questa storia c'è qualcosa di grave... non può lasciar perdere tutto come sta facendo lei!"
"Controlla il tuo linguaggio e cambia atteggiamento! Ricordati chi sei e ricordati chi sono io..."
"... una testa di cazzo, ecco chi è lei! E non si prenda la briga di licenziarmi, lo faccio da solo."

A quel punto me ne sono andato. Era l'unica cosa da fare. Per pentirmene avrei avuto tutto il tempo!

martedì 21 luglio 2009

Chi di virus ferisce...

"Hai letto il nuovo testo di Cinque?"
"Era ubriaco?"
"Perchè, noi siamo sobri quando scriviamo?"
"Non sei tu quello che beve?"
"Intendi dire che ti stavo coinvolgendo nelle mie cose?"
"Non mi stavi dando pubblicamente dell'ubriacone?"
"Ti è sembrato?"
"Possiamo ricominciare?"
"Ho letto il nuovo testo di Cinque"
"Non potevi rispondere subito?"
"No, stavo cercando di capire chi di noi due avrebbe detto..."
"... fanculo?"

"Possiamo eliminare la parte che abbiamo appena scritto?"
"No, mezza pagina in più ci torna comoda..."
"E del testo di Cinque cosa ne dici?"
"Era ubriaco!"
"Si può scrivere una bella cosa anche da ubriachi"
"Non ho dubbi, lo facciamo abitualmente"
"No, sei tu a farlo abitualmente"
"Unicuique suum!"
"Ora che abbiamo messo le cose in chiaro, vuoi dirmi cosa ne pensi di quello che ha scritto Cinque?"
"Non riesco a capirci un cazzo. Ha mescolato un sacco di cose, di nomi, è persino andato a ripescare dei dettagli da Forever Carne... se ha deciso di continuare la nostra storia in questo modo è bello che fottuto! Gli daranno un calcio nel culo..."
"Esattamente quello che volevo sentire. Il testo non lo ha scritto lui."
"E chi allora?"
"Prova a indovinare"
"Il virus?"
"Il virus..."
"E se infetta anche i nostri testi?"
"Cazzo! Non ci avevo pensato."
"E per giunta nessuno si accorgerà che ha citato Seth."

La verità su Carne, finalmente!

Mentre si trova a Istambul per una conferenza sugli egizi Richard Gecko riceve una chiamata da parte di 'Ngoro Linux, presidente del museo di Parigi: Hansrudolf Keusen, uno dei geologi che aveva partecipato alla spedizione sull'Eiger, è stato trovato sgozzato.
Il corpo e' stato posizionato maniera tale da ricordare "La merda" di Manzoni, o per lo meno si suppone, per evitare di aprire la scatoletta.
Sophie Oliveti, affascinante artista nonche' figlia adottiva di Hansrudolf, si offre di aiutare Richard nell'indagine affidatagli da 'Ngoro Linux. In quel preciso istante l'assassino di Keusen, un orribile mongolo, racconta l'accaduto al suo mandante, una figura in ombra nota soltanto con il soprannome di. Sbigottito per l'assenza totale del soprannome, Richard si reca a Parigi per scoprire la verita' dietro "La merda" di Gray, che secondo il professore era un gran maestro del Polygen. Esaminando attentamente "Il Porco delle rocce" di Fuller, Sophie Oliveti scopre che il naso del leone si interseca con la sigaretta dell'ermellino formando una croce: la confraternita degli Illuminati di Baviera aveva lasciato indizi sul fatto che Flack era stato fermato a trentacinquemila euro sulla domanda della capitale dell' Azerbagian.
Impaurito per la traumatica situazione, il nostro eroe si reca a Pontorson per scoprire i messaggi segreti nascosti dietro "La merda delle rocce" di Voce Flautata, che secondo il Richard era un membro onorato delle Bande dei Bambini Amorali. Esaminando "La merda del porco" Richard nota che la carrucola di Gesu' indica ad est: incredibile, la fratellanza del Priorato di Sion aveva seminato in giro indizi sul fatto che l'autore aveva scoperto la pubblicita' del "Cavallo Goloso".
In quel preciso istante nelle grotte vaticane l'arcivescovo Tiburon, di fronte al conclave, descrive la sua incertezza per la scomparsa de "La Pieta' del serraglio" di Michelangelo dalla chiesa di Crespellano. Grazie all'ultimo indizio trovato Richard si reca alla basilica di Westminster dove lo attende l'orribile mongolo. Dopo una atroce collutazione Gecko neutralizza l'enorme mongolo, che si lascia sfuggire una importante rivelazione: Il Gran Maestro, il suo capo, e' in realta' il cardinale Tiburon. Durante il confronto con Richard, rendendosi conto della sconfitta, il cardinale Tiburon diventa improvvisamente buono. Il mondo e' nuovamente salvo e anche la Chiesa che pero' deve meditare sui suoi errori. Il nostro eroe e Sophie Oliveti si baciano teneramente.

Ma nessuno si ricorda del fatto che Richard è fratello di Seth.

All'attacco di Cinque

"Hai letto cosa ha scritto quella testa di cazzo di Cinque?"
"Sì, quello stronzo non sa nemmeno copiare!"
"Forse non sa nemmeno leggere, ha infilato Marlowe in una scena improbabile mentre lui sta bevendo un Wild Turkey a Parigi..."
"E per giunta deve essere un po' checca..."
"Chiunque, parlando di Greta, ne avrebbe descritto le forme, avrebbe parlato della sua sensualità, le avrebbe fatto fare o proporre delle cose, quella non ha bisogno di un fucile per ottenere quello che vuole..."
"... e per giunta ha fatto casino tra Marlowe e Bogart, Bogart è quello di Casablanca, Marlowe è quello del Grande Sonno..."
"Guarda che quello di Casablanca è Rick Paine..."
"... che assomiglia a Bogart..."
"Ho l'impressione che tu non abbia capito nemmeno quello che hai scritto..."
"Stiamo assomigliando sempre di più ai due vecchi?"
"Purtroppo sì, ma almeno non siamo negri...*"
"Ma almeno non siamo checche, volevi dire..."
"Torniamo a questa testa di cazzo di Cinque..."
"Già, bisogna fare qualcosa..."
"Senti questa se va bene: Greta è l'amante di Quattro, noi lo diciamo alla moglie e facciamo sapere a Quattro che è stato Cinque..."
"Fragile... e poi sai quanto siano contrari all'introduzione di nuovi personaggi..."
"Quattro potrebbe eliminare sia sua moglie che Cinque e questa parte del problema sarebbe risolta"
"A quel punto si incazzerebbe Tre, che è il vero amante della moglie di Quattro, artefice della scalata del marito da Quindici alla posizione attuale..."
"Pensiamo ad un'altra soluzione"
"E' una talpa, passa informazioni riservate alla Galimard..."
"In effetti a Parigi hanno copiato la stessa struttura aziendale..."
"Troppo poco..."
"Ruba"
"Dovremmo dimostrarlo"
"Inventiamo le prove"
"Pensi di esserne capace?"
"Cosa altro potremmo fare"
"Un virus nel suo Mac?"
"Virus nel Mac? Dove vivi?"
"Si chiama AppleScript-THT e sfrutta una falla nel Desktop Remoto, consente agli aggressori di registrare tutto quello che viene digitato sui Mac infetti, di scattare immagini tramite la telecamera integrata, di catturare schermate, di farsi mandare le password degli utenti e di attivare la condivisione dei file. Apre alcune porte nel firewall di Mac OS X e disattiva i log di sistema nel tentativo di non farsi trovare..."
"Ma lui dovrà scaricare un file virale!"
"A questo ci penso io, gli mando la password per scaricare gratuitamente un paio di film porno girati da Greta..."
"E il virus?"
"Il virus sarà la password!"


* Frase detta da Ray Charles a Stevie Wonder: "Siamo nati poveri, abbiamo avuto una vita dura, le droghe... ma almeno non siamo negri"

Greta met the Power

Cinque accese il suo Mac e lanciò InDesign. Gli piaceva scrivere, e vedere il testo subito impaginato, senza aspettare che qualche arrogantello del reparto grafico gli facesse aspettare le bozze perchè chattava invece di lavorare. Dunque, cominciò a scrivere, anzi, a pensare... tutti i Salmi finiscono in gloria, ma come cominciano? Se finiscono tutti nello stesso modo, è probabile che abbiano tutti un inizio analogo; quindi scrisse:
Carne di Culo aveva fame. "Andiamo", disse.
E andarono.
Cinque erano le cicatrici che portava su di se', e cinque i lunghi consunti vessilli delle sue dure prove.
"Dammi da mangiare", disse Carne di Culo.
"Sì" disse lei, e aprì la grande credenza.
"Un uovo, Carne di Culo, un uovo per te" disse lei, e i suoi occhi brillavano come stelle lontane. Ma, al posto dell'uovo, Greta dalla credenza estrasse un Kalashnikov Ak 47 nuovo fiammante.
"Sei fottuto" disse, spianando l'arma.
Ma una voce da fuori intimò:
"Miss Shalikan, se fossi in lei ci penserei due volte prima di sparare"
Greta si arrestò, gli occhi sbarrati.
"Mi manda il vostro...ehm tutore, Mister Pandemonium. Dice che è tutto ok, non dovete più portare a termine la missione".
"Carne... cattivo.... Greta... uccidere" mormorò ancora
"Ok, Carne cattivo, ma Greta non fare niente. Anzi, preparare qualcosa da bere per investigatore stanco." disse Marlowe sfilandole il Kalashnikow dalle braccia.
"Che cazz...?" disse Carne
"Mi perdoni Colonnello Di Culo. Mi chiamo Marlowe... Ci siamo già incontrati?"
"A me pare di conoscerla da sempre" disse Carne stranito.
"Gli autori del romanzo mi pagano per proteggerla"
"La pagano o la pagheranno?"
"Dipende tutto da come andrà il romanzo"
"Andiamo bene! Come mi ha trovato?"
"Ha presente Laureen Bacall? Beh, è stata mia moglie. E una moglie è una moglie, anche se temporaneamente presta il corpo a qualcun'altro. Beh, mia moglie conosce molto bene uno degli autori. Non è stato difficile"
"Ma... chi sono gli autori?"
Marlowe era un uomo di mondo. Sapeva dove cominciava e dove finiva il lavoro di un investigatore. E sapeva che a volte bisogna parlare e a volte bisogna tacere, come quella volta che gli Atlanta Hawks stroncarono i Los Angeles Buccaneers.
"Yorkshire" rispose Marlowe. Anche questa volta quella parola funzionò.

Quatre chiama Quattro

"Posso fare una telefonata, per cortesia?"
"Vicino alla toilette..."

"Ciao, Quattro!"
"Chi sei?"
"Quattro!"
"Ciao, cugino, è tanto che non ci sentiamo" l'accento francese e il tono effeminato del suo omonimo cugino era inconfondibile "come ti va la vita?"
"Direi bene, soprattutto da quando sono diventato dg della Galimard, pieni poteri, subordinato solo al consiglio di amministrazione..."
"Un, Deux, Trois... e tu sei diventato Quatre... e il tuo assistente si fa chiamare Cinq e magari sogna di fare lo scrittore..."
"Come fai a sapere tutte queste cose?"
"Una intuizione..."
"Incredibile, le cose stanno davvero così!"
"Ora spiegami perchè mi hai chiamato, di solito mi cercavi quando volevi sapere qualcosa"
"Ho incontrato un tizio, un americano, ha detto di conoscere un Di Culo..."
"Riassumiamo: c'è un tizio a Parigi, incontra un altro tizio (che per caso si chiama De Culo) e gli dice di conoscere un Di Culo! Trovi tutto questo normale? Non hai avuto dei sospetti? Pensi che si sia trattato di un caso?"
"Stavo bevendo un caffè e di fianco a me c'era un tizio. mi sono accorto di lui solo quando ha aperto bocca per dire mai una volta che in prima pagina ci sia una buona notizia..."
"E tu hai abboccato?"
"Ho risposto per cortesia che soprattutto di lunedì..."
"Sì e poi gli hai parlato della famiglia..."
"Perchè non avrei dovuto farlo?"
"Perchè è Philip Marlowe, un investigatore assunto per svelare i segreti di Carne..."
"Il nome mi era familiare, adesso ho capito chi è!"
"Ti ha detto qualcosa?"
"Sì, che deve sbrigare ancora delle faccende qui a Parigi e che poi deve andare in Normandia..."
"E' sulla pista giusta, il bastardo! Non perderlo di vista!"

"Ancora qui?" chiese Marlowe.
"Ho telefonato a casa per dire che non vado a pranzo. Ho anch'io delle faccende a sbrigare."
"Bene, allora possiamo bere qualcosa..."
"Volentieri, il metro può aspettare, io inizio sempre la giornata con un Zaza"
"Un Zaza?"
"Due terzi di gin, un terzo di Dubonnet rosso, una scorza di limone..."
"Io preferisco qualcosa di più maschio, direi un Wild Turkey, con un po' di soda"
"De gustibus..." pensò Quatre cercando di dimenticare quel rozzo accenno alla sua omosessualità ed evitando con cura di raccontare che Zaza era il cocktai preferito della regina Elisabetta...
"A chi avrà telefonato..." pensò Marlowe "... tra un paio di bicchieri lo saprò e poi proverò a buttare lì la parola magica, Yorkshire... questi europei farebbero bene a bere di meno!"

Take Four

Quattro uscì di buon mattino. Aveva preso un piccolo appartamento in affitto nel quartiere latino, nella convinzione di poter rivivere qualcosa di simile della vita dei bohemiens. Ma Parigi era ormai diventata uguale a tutte le altre capitali, anche se un contratto da Gallimard non poteva avere teatro migliore di Parigi.
Abitava al 44 di Rue Racine, a pochi passi dall'Odeon. Come al solito passò al pub Saint Germain, in Rue Ancienne Comédie, per un croissant e un café-au-lait. Mentre trangugiava il caffè dava un'occhiata alla prima pagina di Le Figaro. Fu allora che sentì quella voce (conosciuta?) alla sua destra.
"Mai una volta che in prima pagina ci sia una buona notizia..."
Era chiaro che il signore con quel trench stropicciato e il vestito blu aveva voglia di chiacchierare.
"Già. Al lunedì poi..." rispose Quattro, solo per cortesia
"Come sono i croissant?"
"Passabili"
Marlowe ordinò un croissant.
"Lei è americano, vero?"
"Spero che non le dipiaccia"
"Affatto, signor..."
"Marlowe. Philip Marlowe" A Quattro quel nome non disse niente. Era uno dei massimi responsabili di una casa editrice, ma aveva ottenuto quel posto così importante grazie all'appartenenza a una loggia massonica, e non certo per la sua cultura.
"Molto lieto. Quattro De Culo"
Marlowe sentì di essere sulla buona strada e rilanciò:
"Mm... Conoscevo un Di Culo. E'vostro parente?"
"Di Culo è il ramo italiano della mia famiglia. Ho uno zio, Colonnello della Confederazione, che si chiama Di Culo"
"Per caso, di nome fa Carne?"
"Esatto, monsieur. Lo conoscete?"
"Siamo solo amici su Facebook" rispose Marlowe, che aveva sentito dire quella frase sul metro, senza sapere cosa volesse dire.
"Si trattiene molto a Parigi, signor Marlowe?"
"Giusto il tempo di sbrigare alcune faccende, poi dovrò andare in Normandia"
"La saluto, monsieur. Devo scappare, se non voglio perdere il metro"
"Arrivederla signor De Culo"

lunedì 20 luglio 2009

Consigli per gli acquisti

"Stiamo perdendo il controllo della situazione"
"Da un po' di tempo!"
"Hai dato un'occhiata all'ultimo intervento?"
"Non ancora"
"Tra un capitolo e l'altro hanno cominciato a mettere la pubblicità"
"No!"
"Sì!"
"Di cosa?"
"Fumetti, almeno per questa prima volta..."
"Soggetto?"
"Horus"
"Ho capito, funziona come adwords di google... c'è un robot che indicizza le parole che noi utilizziamo e poi inserisce una pubblicità che è stata proposta con le stesse keywords..."
"Sì, ma nel nostro caso è il Fondatore che utilizza il nostro spazio..."
"Ora capisco..."
"Ha aspettato che una delle storie funzionasse per sfruttarne il successo..."
"... il che significa che stiamo avendo successo..."
"No significa che chiunque continuerà la nostra storia avrà successo!"
"Cinque?"
"Temo di sì. La triade lo ha convocato..."

Horus, Horus...


Paranoia

"Bastardi! Far nascere un dubbio nelle mie certezze! Anziché farlo scaturire dalla verità, dovrò cercare la verità che scaturirà dal dubbio. E se fosse quello buono? Se fosse quello cattivo non ci sarebbe nessun problema, lui sarebbe orgoglioso di me ma se fosse quello buono, che delusione! Prima di agire devo saperne di più, forse mi stanno prendendo per il culo, forse è così: Horus è rappresentato da un falco, non da una colomba... Il falco, un rapace. Non può essere buono. Eppure a Kharga ci sono più di tremila falchi mummificati... se fossero stati cattivi non li avrebbero conservati, addirittura adorati... Il falco... fu identificato con il sole, divenne il simbolo della nobiltà, archetipo dei faraoni. Horus, il falco divino, divenne quindi il dio del cielo, che aveva il sole come occhio destro e la luna come occhio sinistro. La sua natura comprendeva una chiaroveggenza che gli consentiva di vedere ogni cosa, una capacità visiva molto acuta e una sviluppata consapevolezza. I quattro elementi naturali, terra, aria, fuoco e acqua erano al suo comando... E la colomba? Molto probabilmente si adatta al suo caso il vecchio detto: fatti un nome, piscia a letto e diranno che hai sudato *. Qualcuno ha associato la sua immagine alla bontà, alla purezza, alla pace e tutti, come pecoroni, non si sono presi la briga di dire che è semplicemente la femmina del piccione... uno schifoso pennuto che produce dodici chili all'anno di guano, che diffonde malattie... Devo risolvere questo dilemma in fretta, prima che Carne..."

In quel momento Quattro entrò nel mio ufficio, senza bussare come suo solito.
"Qualcosa non va?" mi chiese.
"No, tutto bene, stavo pensando..."
"Lascia perdere, devi cominciare a scrivere. Prima però devi parlare con Uno, Due e Tre. ti aspettano"

"Io ho già cominciato a scrivere... come fanno a non saperlo? Oppure lo sanno e..." ormai la paranoia stava facendo il suo sporco lavoro...

*(cfr. Giancarlo Brogi)

Battaglia a distanza

"Bluffa!"
"Cerca di intimorirci"
"E se fosse vero?"
"Pandemonium infiltrato in una casa editrice?"
"E perchè no?"
"Già! è possibile..."
"E se mettesse davvero in moto Horus?"
"Quale Horus?"
"In che senso?"
"Non hai letto The Historical Jesus and The Mythical Christ?"
"Una specie di Codice da Vinci?"
"I massoni sono dappertutto..."
"E quindi c'è anche un Horus buono?"
"Ma il guaio è che Pandemonium è convinto di essere figlio di quello cattivo..."
"E invece?"
"E invece potrebbe avere ragione!"

Battaglia a distanza

"Questi due imbecilli mi hanno dato del coglione. Credono che io non sappia che quello che scrivo viene letto anche da loro. E loro mi insultano sapendo che io posso leggere quello che loro scrivono. Questa è il poker più difficile della mia vita. Nessuno di noi sta bluffando. Oppure uno di noi lo sta facendo. Oppure lo stiamo facendo entrambi."
Una riflessione, a questo punto era d'obbligo.
"Se stanno bluffando bisogna cercare di capire cosa c'è di vero e di falso in ciò che hanno detto. Riparto dall'inizio: o sanno già chi sono io oppure non lo sanno davvero.

Se non lo sanno ci sono due possibilità: o si rivolgono a Marlowe come hanno detto o cercano qualcun altro. Se cercano Marlowe, gli faccio dare un sacco di botte e lo metto fuori gioco per un po', il tempo sufficiente per scrivere una decina di capitoli come voglio io. Se cercano qualcun altro la faccenda si complica ulteriormente e qui mi trovo d'accordo con i due vecchi, bisogna cominciare ad eliminare un po' di personaggi perchè prima o poi bisognerà arrivare al dunque.

Se invece sanno chi sono chiederò aiuto a mio padre Horus, è ora che anche lui faccia qualcosa.

Chi è Cinque?

"Hai un'idea di chi è questo Cinque che vuole scrivere il prosieguo della nostra storia?"
"Non lo so proprio. In ogni caso è un coglione. Ha scritto il suo primo pezzo dimenticandosi del fatto che sarebbe stato subito clonato e che noi lo avremmo letto."
"Forse lo ha fatto apposta."
"Cerchiamo di sapere chi è"
"Non sarà facile, sai come ragionano nella casa editrice, sembra che siano nostri nemici. Poi non dimenticare che Cinque è l'assistente di Quattro che nella gerarchia è subito al di sotto della triade."
"Un'idea ce l'avrei..."
"Marlowe?"
"Sì, proprio lui, ma questa volta i 40 dollari glieli dai tu!"
"Pazienza!"

Niente da fare

"Dovevo immaginarmelo!" disse Dio.
"Un affare così imbrogliato, con così tanti livelli ontologici... neanch'io riesco a farci un granché."
"Forse è colpa degli autori..." insinuò San Tommaso d'Acquino
"Quali autori? Gli spilungoni?"
"Sembrerebbe così"
Dio sembrò ignorare il consiglio di Tommaso. Non si faceva convinto che esistessero realmente degli autori. Era un po' come il dibattito tra creazonismo ed evoluzionismo.
Finchè si parlava di lui, di Dio, il crazionismo andava bennissimo; ma qui, più che una creazione sembrava proprio la crescita incontrollata di piante lasciae andare a caso in un terrazzo...
"La regola del chi vince vince?" chiese Tommaso leggendogli nel pensiero.
"Già" rispose Dio meditabondo...
"Una crudeltà entropica!" disse il santo
"Se è per questo lo faccio anch'io"
"Beh, dovrebbe vincere Carne, no?"
"Non ne sono sicuro... Non è bastato neanche dare a un uomo il potere assoluto, che è quello che loro vorrebbero. Dare a un uomo la possibilità di cambiare tutto... Niente, neanche questo gli va bene!"
"Maestà, Vi ricordo che con il libero arbitrio ci avete già provato circa un milione di annni fa, e non è andata tanto bene..."
"Eppure questo Carne sembrava il tipo giusto. Veniva bene anche lo slogan: il Verbo si fece Carne... Suona bene, ha appeal..."
"Si, ma... gli autori..." tornò a ribadire Tommaso.
"Cos'hanno che non va?"
"Non sono veri scrittori, sono dei copywriters, scrivono al massimo cinque righe, se le fanno pagare milioni, e poi scrivono sempre frasi banali, tipo dove c'è barilla c'è casa, oppure sensing the difference.
E poi, diamine, c'è n'è uno che sembra proprio che voglia incasinare le acque, continua ad aggiungere personaggi, adesso non gli da più neppure un nome, li numera e basta, Vi sembra normale?"
"Se è per questo lo faccio anch'io"
"Maestà, non è che quei miscredenti si credono onnipotenti?"
"Se è per questo lo faccio anch'io"

Una serpe in seno

Avevo ascoltato la telefonata. Era l'occasione che aspettavo da anni, da quando avevo fatto domanda di assunzione, da quando ero stato assunto come Quindici (ora ero arrivato al massimo delle possibilità di carriera, Cinque, assistente di Quattro). Avevo scelto di lavorare in una casa editrice con la speranza di pubblicare qualcosa di mio... forse quel giorno era arrivato.

"Cosa hai sotto il braccio?" chiese Quattro
"Una cosina che sto scrivendo da un po' di tempo..."
"Tu scrivi?"
"Puttosto bene, direi"
"Non me lo mai detto..."
"Non avrei voluto che lei pensasse..."
"Puoi farmi leggere qualche pagina?"

"E' fatta. Continuare questa storia è un gioco da ragazzi... Ho corretto tutte le bozze della Trilogia e ne so abbastanza..."

domenica 19 luglio 2009

Nuovi accordi con la casa editrice

"Siamo in un bel casino. Quei due fulminati hanno utilizzato Philip Marlowe senza chiedergli una liberatoria e la MGM ci ha minacciato di farci causa se pubblichiamo questa storia."
"Che culo!" pensò Quattro "E' un'ottima scusa per bloccare anche questo..."
"E i nostri avvocati cosa ne dicono?" chiese Quattro cercando di sembrare preoccupato.
"Che non c'è altra soluzione..."
"Rinunciamo"
"Ma abbiamo già impaginato un centinaio di capitoli..."
"Non tutte le ciambelle escono col buco!"
"Peccato, perchè la storia non era male..."
"Sì, era davvero una bella storia. Distruggete tutti i files... Dimenticavo, mandate una raccomandata agli autori, voglio che ci restituiscano tutti gli anticipi..." disse Quattro subito prima di comunicare la bella notizia a Uno, Due e Tre.

Quattro non sapeva però che la storia era stata clonata e viaggiava indisturbata sul web grazie ai feed. I feed? Si tratta di file generati automaticamente. Attraverso l'uso e la memorizzazione di questi file è possibile sapere quando un file viene aggiornato... eccetera eccetera.

Klaus e Myrddin sapevano che prima o poi Quattro avrebbe cercato di licenziarli. Avevano previsto tutto e chiunque avrebbe potuto leggere la storia.
"Se ora stoppate la storia ognuno può continuarla a proprio piacimento..."
"Non possiamo permetterlo... poi c'è la minaccia della MGM"
"Diritti d'autore scaduti... ci hanno provato."
"E ora cosa facciamo?"
"Ci mettiamo d'accordo. Noi scriviamo quello che volete e in cambio voi ci pubblicate il libro. Tiratura iniziale 100.000 copie e 10% di royalty."
"Siamo sicuri che scriverete quello che vogliamo?"
"Potete contarci, anzi se volete potete scrivere voi i prossimi capitoli, per noi sarebbe meglio, cominciamo ad averne le balle piene..."

Nuovi personaggi cercano di inserirsi nella nostra storia

"Hai un'idea?"
"Di che genere?"
"Vuoi che questa storia vada avanti?"
"Hai qualcosa in contrario?"
"Ho forse detto questo?"
"Ricominci?"
"Bisognerebbe eliminare qualcuno"
"Quando ci hai provato non ti è andata bene"
"Sì ma allora c'era poca gente, adesso ogni cinque minuti arriva uno nuovo!"
"Non ti è mai piaciuta la confusione, vero?"
"Una volta, forse... ma adesso no davvero."

Qualcuno suonò il campanello.

"Vai tu, per favore"
"Sono Max Rockatansky,detto Mad Max, sto cercando lavoro"
"Arrivi proprio al momento giusto!"
"Sono disposto a fare qualsiasi lavoro, l'idraulico, l'imbianchino, l'elettricista, sono abbastanza bravo a cucinare, a tenere in ordine il giardino..."
"Sai fare troppe cose, a noi ne basta una sola..."
"... e sarebbe?"
"Devi eliminare qualcuno"
"Non era proprio quello il lavoro a cui pensavo ma potremmo discuterne"
"Marlowe, Philip Marlowe"
"So chi è, l'ho visto in diversi film"
"Ora è qui, devi eliminarlo"
"Avrei un'idea"
"Sputa"
"Non sta bene"
"Parla"
"Potremmo cancellare i sei capitoli in cui si parla di lui..."
"Sette, c'è anche questo!"
"No, questo non voglio farlo"
"Possiamo sapere il perchè?"
"Provate ad indovinare"
"Lo sappiamo... spariresti anche tu!"
"E questo non fa parte dei piani..."
"...degli autori, noi sappiamo tutto. Comunque ci hai dato un'idea piglieremo due piccioni con una fava"
"Non penserete per caso..."
"Ci dispiace giovanotto, ma qui non c'è alcun lavoro per lei, arrivederci!"

Double trouble

"Non trovi che la storia ci stia sfuggendo di mano?"
"quale storia?"
"Non lo sai?"
"Se lo sapessi perchè te l'avrei chiesto?"
"Per irritarmi?"
"Non ti viene il dubbio che sia reciproco?"
"cosa?"
"Non lo sai?"
"Non faresti prima a rispondermi?"
"Perchè non provi a darti delle risposte da solo?"
"Fanculo"
"Tu"

sabato 18 luglio 2009

Conferenza stampa

"Un autore scrive un libro. Comincia con un canovaccio, ci lavora sopra, cura i dettagli, caratterizza i personaggi... il tutto con una cura maniacale. Il libro arriva in libreria e non si vende... Altre volte uno scrittore viene pervaso dal fuoco sacro, inizia, non si ferma un attimo, continua a scrivere anche mentre dorme, non rilegge nemmeno i suoi scritti, li pubblica e tutti si mettono in coda per acquistare il libro. Noi abbiamo scritto un capolavoro, le transenne erano già pronte per contenere le folle... non ne abbiamo venduto una copia. Non c'è una spiegazione che regga?.... No, una spiegazione c'è, il complotto. Nixon ha preso dei soldi da Howard Hughes... il libro che conteneva i particolari di questa storia è stato bruciato sulle pubbliche piazze. La Trilogia non raggiunge nemmeno questa prima e unica tappa, viene fatto sparire ancora prima...
Abbiamo convocato questa conferenza stampa per comunicarvi che abbiamo dato incarico ad una nota agenzia di investigazioni di individuare i responsabili e che non saremo certo teneri con loro."

"Mi scusi, può dirci chi conduce le indagini?
"Philip Marlowe, immagino che ne abbiate sentito parlare..."
"Uno pseudonimo?"
"Niente affatto!"

Vivian e Carne...

"L'ho appena toccato!"
"La devi smettere!"
"Mi vieni a dire che devo ricominciare... per sei anni sono stato in galera... non mi lasci nemmeno il tempo di riprendermi... vorrai mica che sia contento!"
"Ti capisco ma non era il caso di rompergli il naso"
"Ci stava spiando"
"Tu stavi gridando e lui stava ascoltando"
"Non doveva"
"Nemmeno se sta indagando?"
"Su cosa?"
"Su chi, vorrai dire"
"Su chi?"
"Su di te"
"E perchè?"
"Vuol sapere chi sei"
"E lo ha già scoperto?"
"Non ancora"
"Chi vuole sapere delle cose su di me?"
"Gli autori"
"E non lo sanno?"
"Suppongo di no"
"Non ci posso credere, stanno scrivendo senza un canovaccio!"
"Forse loro non sono gli autori..."
"E chi allora?"
"Dobbiamo scoprirlo"
"Tu almeno sai chi sono io?"
"Non del tutto"

Marlowe continuava a fare finta di essere svenuto e ascoltava con attenzione.
"Cosa c'entra Vivian? E da quando va avanti questa storia con Carne?"

E Dio disse:

"Carne, sei nella merda"

Up where we belong

Quella mattina (mattina sulla Terra, beninteso, perchè lì dove ci si trovava, sempre ammesso che si potesse parlare di un dove, il tempo non esisteva) in Paradiso c'era poco traffico. Ormai sulla Terra erano tutti dei fottuti cazzoni che si inculavano a vicenda, quindi lì non arrivava quasi più nessuno. L'ultima era stata una certa Maria Teresa Calcutta, o Madre Teresa Costagiutta... boh... Dio non si ricordava neanche più come si chiamava quella vecchietta albanese. Che poi, se era albanese, che cazzo c'entrava con Calcutta? Comunque Dio girava per gli uffici senza avere un granchè da fare. A Lydden Hill erano quasi le dieci di mattina, e Dio aveva già fatto due pause caffè, un giretto in internet, poi era sceso al bar a comprare le sigarette e si era fermato a parlare con Pietro per una buona mezz'ora. Il telefono non suonava, non arrivava nessuno. Teresa D'Avila, la sua segretaria, aveva chiesto una mezza giornata di permesso ma avrebbe potuto anche starsene a casa tutta la settimana senza creare problemi. Nel Cosmo tutto girava a meraviglia, a parte quel cesso di pianeta. L'amministrazione sulla Terra, dai costi esagerati, era divetata insostenibile per l'Amministrazione Celeste. Dio aveva dovuto lasciare a casa oltre 60 milioni di cherubini che adesso erano precari nel Limbo e lavoravano gratis nei call center per smistare tutte le richieste di abbonamento ai Benefit Paradisiaci. La Terra era stata data in appalto a dei privati. La società si chiamava Inferno Srl, di un tal Lucifero, una terribile testa di cazzo che faceva solo i suoi interessi, e che avrebbbe dovuto ridurre i costi di gestione della Terra del 32% in soli 2 milioni di annni. Invece cosa aveva fatto? Aveva fatto il padrone, anzichè l'amministratore, e aveva riempito la Terra di uomini del suo partito che mangiavano a dismisura.
Dio cominciava a pensare che era necessario un ribaltone, come lo chiamavano i cazzoni laggiù. Allora cominciò a dare un'occhiata alle gerarchie, per individuare un possibile leader a cui affidare i finanziamenti per una rivoluzione.
Logicamente, come criterio di scelta, si servì dell'ontologia. Era una cosa antipatica, per lui che vedeva le cose dall'alto, ma tra tutti i criteri inventati da quei cazzoni, gli sembrava il più coerente con i suoi principi. Gli altri criteri (quello delle gerarchie sociali che si erano instaurate, o quello del Q.I. erano proprio delle puttanate degne di pianetucoli come Shit o per la costellazione di Deneb, dove gli abitanti avevano corpo e anima, ma non avevano spirito) Restava anche il criterio dellla Forza Bruta. Mettere a capo della Terra quello che avrebbbe menato tutti gli altri. Ci aveva già provato con Schwarzenegger in California, ma non aveva funzionato.
Insomma, dopo un po' di considerazioni, guardò i Tabulati Ontologici. C'erano almeno un migliaio di religioni che prevedevano diversi piani ontologici, tutti uno sopra l'altro, in buon ordine... ma i religiosi in genere erano gente poco affidabile: si convincevano di essere suoi portavoce e poi facevano le peggiori cazzate: conquistavano nazioni, si facevano saltare in aria con la dinamite, facevano eleggere i direttori degli ospedali e delle banche, bruciavano le donne, inchiappettavano i bambini, obbligavano gente ad agonizzare per anni...
No, meglio lasciar perdere le religioni. C'erano anche molte teorie filosofiche, un'altra mania dei cazzoni. Ma non c'era un solo filosofo che sapesse piantare un chiodo, cambiare una gomma, o fare sesso in modo decente, quindi per i filosofi alcuni piani ontologici non erano realmente disponibili. Tra l'altro vide che tra i filosofi c'era parecchia gente che remava contro.
Dio restò colpito da un piccolo romanzo scritto da alcuni cazzoni in un blog. Nessun'altra cosa sulla terra aveva così tanti piani ontologici, e tutti intersecati tra di loro. Nel tabulato, la vicenda di Carne di Culo appariva come un meraviglioso gomitolo di frattali ingarbugliati in cinque o sei dimensioni. Il tutto era molto diverso dalla banale tridimensionalità della Terra.
"... ma guarda questi..." mormorò
Chiamò Sant'Agostino, sicuramente il più adatto a fornire indicazioni, ma dopo un po' anche il cartaginese gettò la spugna. Scartato il piano ontologico della vicenda, che era ovviamente falso come tutta la realtà delle cose tangibili, c'era il piano ontologico dei due vecchi, che sembravano collocarsi "sopra" i fatti in corso. Ma poi c'era il piano del Mondo di Sopra e del Mondo di Sotto: una realtà che sembrava essere ontologicamente superiore anche ai due vecchi, i quali però erano usciti avvantaggiati da tutti i sovvertimenti esoterici dei due Mondi. In quel caso avrebbe dovuto interloquire con Winnie e Breviglieri, o forse direttamente con Seth, che lavorava nel palazzo a fianco. Ma ad un tratto sembrava che quelli della casa editrice del romanzo potessero addirittura vigilare sull'incolumità del Guardiano della Porta... Poi, salendo ancora più su (si fa per dire) c'era il piano ontologico degli autori. Sembrava tutto ok, come in altri romanzi, ma qui succedeva poi che gli autori te li ritrovavi nel piano più basso, vittime anch'essi della vicenda, e addirittura, forse, in balìa degli eventi. Si convinse che gli autori non erano gli autori.
C'erano poi altri piani, come quello del Fondatore. Un geniale arrogante presuntuoso, che in tutta la storia si credeva un suo sostituto, ed era convinto che bastasse un fiat qualunque perche gli uomini si facessero il culo per milleni senza che lui dovesse più preoccuparsi di niente. L'aveva pensato anche un certo Agnelli, e invero per un po' gli era andata bene. Ma quel Fondatore era un po' troppo latitante. Agnelli almeno andava in ufficio.
Alla fine fu Sant'Anselmo a dargli un'idea decente. Disse che la sua famosa prova* poteva essere applicata anche alla vicenda in oggetto, e che secondo lui, alla fin fine,in quel grande garbuglio, quello di cui non si poteva pensare il maggiore, era Carne stesso.
Quantunque a Dio quella prova non fosse mai piaciuta un granché, (poiché necessitava di una sua mentalizzazione, mentre lui avrebbe preferito che la gente gli volesse bene e basta, senza stare a perder tempo sulle prove) decise di provare ad assecondare quel bizzarro santo valdostano che puzzava di grolla e di fontina.
"E sia" disse.
In quel momento la Forza Astrale Superiore venne convogliata tutta nel diaframma di Carne. Da lì si espanse in tutto il suo corpo risanandolo di ogni ferita, di ogni nefandezza e di ogni turpitudine. Carne divenne l'uomo più potente del mondo. L'unica condizione avversa (ma necessaria per l'applicazione delle teorie di Sant'Anselmo, che altroimenti sarebbero diventate tautologie) era che non avrebbe dovuto esserne consapevole.




*LA PROVA ONTOLOGICA DI SANT'ANSELMO DA AOSTA
È un'argomentazione dell'esistenza di Dio che parte dalla nozione stessa di Dio, nel famoso enunciato: Dio è ciò di cui non si può pensare il maggiore. In latino: Id quod magis cogitare non potest (d'ora in poi IQM). È stata definita in età contemporanea, con un anacronismo, "argomento ontologico". Questa argomentazione si trova nel secondo libro del "Proslogion" di Anselmo. Il ragionamento di Anselmo si può dividere in due parti. La prima è un'istanza logica riguardo alla nozione di IQM, da cui segue l'esistenza necessaria dell'IQM stesso; la seconda, invece, è un'istanza teologica, che identifica l'IQM con il Dio cristiano.

Anselmo dice che quando l'ateo dice che Dio non esiste, con il termine Dio intende "ciò di cui non si può pensare il maggiore", ovvero l'IQM. Tuttavia, per negarne l'esistenza, l'"insipiens" (ovvero il non credente) deve avere almeno nell'intelletto la nozione di IQM. Ma l'IQM non può esistere solo nell'intelletto, perché altrimenti sarebbe possibile qualcosa di "più grande" dell'IQM, ovvero questo stesso IQM dotato di esistenza reale, contraddicendone la definizione di partenza. In definitiva, se l'IQM esistesse solo nella mente e non nella realtà, non sarebbe l'IQM e quindi ci staremmo contraddicendo. Da questo segue che l'IQM esiste necessariamente.

(da Wikipedia)

Nella casa editrice

"Non dovevo andarmene in vacanza! Quei due hanno deciso di farci fallire, a loro l'edizione rilegata della Trilogia non ha insegnato niente! Mi hanno chiesto se ero scemo quando ne ho fatto stampare solo 3000 copie... Il Codice da Vinci a noi ci fa una sega, dicevano... e ora non solo hanno dato il via ad una nuova storia ma sono andati addirittura a seguirla in diretta, hanno deciso di fare i cronisti lasciando liberi i personaggi di fare quello che vogliono, di andare e venire a loro piacimento sulla scia di altre storie... hanno addirittura assoldato un investigatore privato per cercare di capire quello che hanno scritto finora..." disse a voce alta Quattro, in modo che lo potessero sentire tutti.
In realtà Quattro, pur nelle vesti di direttore editoriale, non poteva fare niente per bloccarli, per limitare i danni poteva solo avvertire il consiglio di amministrazione, spostare il problema su Uno, Due e Tre. Ci avrebbero pensato loro a proteggere il Guardiano della Porta. Più di una volta era riuscito a evitare che la sua identità fosse svelata... per questo era riuscito a boicottare la Trilogia, a stamparne poche copie, a zittire i critici anche quando stava per uscire Shitgeneration... ma questa volta quei due avevano superato ogni limite.
"Perchè non si decidono a scrivere dei libri per l'infanzia?" pensò sconsolato.

venerdì 17 luglio 2009

Marlowe non è più solo

I due autori ci misero poco più di mezz'ora a trovargli la macchina che voleva, una Pontiac Super Streamliner 8 Sedan, A quell'ora non c'erano traghetti in partenza da Dover quindi la strada sarebbe stata sgombra e da Greenwich ci sarebbero volute un paio d'ore per percorrere i 105 chilometri fino a a Lydden Hill.

Era alba fatta quando Marlowe arrivò nei pressi del circuito. Spense il motore e si guardò in giro. Come sempre, d'autunno a quell'ora, il silenzio regnava sulla campagna del Kent. Non gli rimaneva altro che aspettare che il primo pub aprisse per poi chiacchierare, per poi dire che doveva portare un auto da collezione al proprietario ma che non sapeva dove abitasse eccetera eccetera... così avrebbe cominciato a buttare qua e là delle domande.. Mentre stava pensando che questa era l'unica strada sentì delle voci provenire da una delle due ville vicine al centro del circuito... sembrava un litigio di una coppia... si avvicinò.

"Il problema non è attraversare quella porta, perchè potrebbe non esserci. La soluzione è attraversarla anche quando non c'è." disse la voce della donna.
"Vuoi dire che anche questa volta devo fare quello che vuoi?" disse la voce dell'uomo.
"Devi fare quello che devi, lo hai sempre fatto e lo farai anche questa volta" disse la donna.
"Mi hai davvero rotto i coglioni!"
"I tuoi modi non mi piacciono!" disse la donna.

"E lui ora risponderà: I tuoi non mi entusiasmano, e sei tu che ha voluto vedermi. Non m'importa se i miei modi non ti piacciono. In confidenza, non piacciono neanche a me: ci piango su spesso, specialmente durante le lunghe sere d'inverno." pensò Marlowe dopo avere riconosciuto la voce della donna.

"Scrivete un nuovo giallo per me, da cinquant'anni rivivo ogni giorno le stesse storie, comincio a non farcela più..." aveva chiesto lui.
"Tu fai delle cose, quello che vuoi, e poi noi scriviamo quello che hai fatto" avevano detto loro.
"Quindi quello che sta succedendo non è ancora stato scritto. Il futuro influenza il presente quanto il passato"

Stava riflettendo sulla frase di Nietzsche quando si accorse troppo tardi di un cazzotto che sembrava diretto al suo naso. Non riuscì a schivarlo e mentre cadeva sentì la voce dell'uomo:
"Perchè non ti fai i cazzi tuoi, guardone?"
e subito dopo la voce della donna:
"Potevi farne a meno, io sono qui per lui!"
"Vivian..." mormorò Philip, prima di svenire.

La faccenda si complica

Marlowe uscì da quella chiacchierata con la testa che stava per esplodere. Era certo di non essere un idiota, e non si poteva certo dire che avesse alle spalle dei casi irrisolti, eppure sentiva che stavolta era diverso. Certo i due spilungoni non erano all'altezza di Raymond, ma c'era di più.
Il domestico lo accompagnò alla porta, e Marlowe tentò l'ultima carta. Prese un paio di banconote da cinquanta sterline e tenendole tra le mani disse al domestico:
"Potrei fare qualche domanda anche a lei, signor..."
"Justin" disse il domestico
"Ok Justin, ho intuito che sei un uomo di mondo..." disse Marlowe allungando un po' le banconote.
"Di mondo, signore, certo. Sono un uomo di mondo" rispose Justin senza capire che cazzo volesse dire quell'americano.
"Beh, che mi dici della vecchia, Justin?" chiese Marlowe porgendogli le banconote
Justin fu fulmineo. Afferrò le banconote e rispose:
"Una datrice di lavoro perfetta. Grazie, buonasera signore"
Marlowe si trovò fuori dal portone senza neanche accorgersene. Il compenso dei suoi primi giorni di lavoro se n'era andato. Era senza un soldo, in giro per le vie di Londra.
Nella sua testa si affastellavano isole di merda che emergono dal mare, salse che fanno bruciare il culo, divinità egiziane e antichi riti esoterici, gemelli diversi, uno astronuta e Colonnello della Confederazione, l'altro viveur e membro del jet set. Poi guadagni miliardari in borsa, circuiti automobilistici e antiche iscrizioni ... Di tutto quel fracasso nella testa di Marlowe rimaneva solo un cocktail con gli ingredienti sbagliati. Uscì da Londra e si diresse verso Lydden Hill.

A London view at sunset

Marlowe intanto procedeva a rilento per le vie di Londra. L'ufficio di Flack era in Southwark, e in quella fottuta città le strade erano un po' diverse da quelle di Los Angeles. Pensava che solo dei viziosi come gli europei potevano concepire spazi tanto irrazionali. Sul suo taccuino l'elenco dei nomi era molto lungo: Hinshelwood, Shalikan, Salajdarian, Wenkman, Fuller, De Culo... una lista smisurata per risolvere un enigma... Ma qual'era, veramente, l'enigma? Era sempre più convinto che i due vecchi fossero i veri responsabili della faccenda... Ma anche quei due sordidi individui che l'avevano ingaggiato... due spilungoni magri, dalle facce poco affidabili, specie quello coi baffi. "non vorrei che avessero un fottuto secondo fine" pensò.
Intanto aveva finalmente raggiunto Wifred Street. I finestroni di casa Hinshelwood erano tutti illuminati e c'era una Jaguar parcheggiata nel cortile. Nell'atrio, Marlowe notò qualcosa che gli procurò un deja-vù: una statua egiziana, raffigurante il dio Seth, occhieggiava nella penombra di una nicchia del loggiato. (cfr. Carnet, Chapter 16 - The Velvet Funnel).Questi viziosi europei forse sono anche dei maledetti pagani, dediti a stregonerie ed altre perversioni. Si sentiva fuori posto. Suonò. Arrivò un domestico.
"Mi chiamo Marlowe, vorrei sapere se Lady Cophetua Hinshelwood può ricevermi"
"A quale titolo, signore?"
"Le dica che porto notizie dallo Yorkshire" Non sapeva perchè aveva detto quella frase, ma sentiva che la parola "Yorkshire" era una specie di catalizzatore che scatenava sempre reazioni strane. Inoltre ci abitavano quei due ambigui vegliardi.
Il domestico ricomparve dopo alcuni minuti.
"Lady Hinshelwood la attende in biblioteca. Mi segua, prego"

The meeting

Logicamente, anche Carne era a Lydden Hill. Travestito da ubriacone (la qual cosa gli riusciva particolarmente bene), con barba finta e cappellaccio di Harrys Tweed, sembrava uno dei tanti vecchietti che bazzicano i pub di campagna tra Buckland e Womenswold.
Nel clamore generale, quasi nessuno fece caso a quella avvenente giovane signora con un grazioso tailleur verde che scendeva da una Fiat 1100.
Breviglieri (aspetto: Lauren Bacall - personaggio: Vivian Sternwood) lo riconobbe in un attimo e gli si avvicinò.
"Sono Breviglieri" sussurrò
"E io sono Rita Rita Hayworth" rispose Carne.
"Ho dovuto assumere queste sembianze per una missione" proseguì il commendatore.
Carne era incuriosito
"Ma... - disse guardando nella scollatura - quando uno assume una nuova identità, come per esempio in questo caso, la vecchia identità non c'è più, vero?"
"C'è negli intenti"
"Beh, ma gli intenti non fanno parte del sesso, no?"
"Cosa intendi dire?"
"Che potremmo passare la notte insieme"
"Non dire puttanate, ti ho detto che sono qui per una missione"
"Già, è vero, in missione non si tromba mai. Ne so qualcosa"
"Figliolo, lascia stare il trombare, per un attimo"
"Un attimo che dura da quasi mille pagine e quattro libri. Non le sembra un po' troppo, commendatore?"
"Chiamami Vivian, idiota"
"Che fai stasera, Vivian?"
"Sai cosa ti risponderei se fossi uno dei due vecchi?"