venerdì 3 luglio 2009

Ritorno a Lydden Hill

Nessun radar notò un piccolo Piper che con volo radente si stava avvicinando a Dover eppure parecchia gente lo vide, soprattutto tra i passeggeri dei traghetti. Ad un paio di chilometri dalla costa prese leggermente quota per superare le bianche pareti di gesso, scompigliò un paio di greggi di pecore nei pressi di Temple Ewell (anticamente possedimento dei templari) e continuò verso nord-ovest, superò Lydden e si preparò a prendere terra.
Peggy conosceva quei luoghi come le sue tasche e non fu difficile scegliere il prato giusto, proprio sulla sinistra del parcheggio, dietro gli alberi sotto i quali da bambina, nei pomeriggi d'estate ascoltava le fiabe che il nonno Martin creava per lei.

C'era molta confusione, tutte le televisioni e tutti i quotidiani avevano i loro inviati, elicotteri andavano e venivano, molti curiosi... così nessuno notò la nuova arrivata.

Non ci impiegò molto a raggiungere una delle due villette, sul primo tumulo di Lydden Hill, e cercò di ricordare dove era la via."

"Tu devi solo dire Apriti e la via si spalancherà" aveva detto Kate.
"Ci seguiranno?" aveva chiesto Peggy
"Devi dare l'ordine!"
"Apriti!"
La roccia divenne una porta e si aprì. Uscì.
Dal fondo della valle saliva una nebbia densa e grigia, come un alito millenario. Lei andò verso il lago.
"Un giorno questo fiume sarà un mare" disse. Ma lei guardava lontano, forse indietro, verso i bastioni del passato.
"... e i nostri nipoti giocheranno con le onde, gli gnu torneranno all'ovile e la cutrettola tornerà fare il nido in soffitta".
"Un giorno, forse."
"Dove siamo? Non lo so ancora, o a Knowth o a Cerveteri" disse Peggy facendo rotolare un bidone.

Se qualcuno avesse acquistato il circuito questa porta si sarebbe chiusa per sempre.

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