mercoledì 24 giugno 2009

Argo riconosce Ulisse

"Dove stiamo andando?" chiese Greta attraverso la forcella della Norton.
"A Londra, lo sai."
"Me lo hai detto, ma dove?"
"Nella mia vecchia casa di Bedford Square"
"Ci abita qualcuno?"
"Immagino che ci stia mio fratello con mia moglie"
"Tua moglie?"
"Lapsus, sua moglie."

Posteggiarono davanti alla casa.
Si accese una luce e una figura comparve sulla porta. Carne lo riconobbe subito malgrado gli ultimi sei anni lo avessero segnato molto. Era il vecchio Winnie*.

* Carne voleva bene a Winnie. Era la figura nonnerna che ogni bimbo vorrebbe, che ogni adolescente sogna di avere vicino, che ogni adulto rimpiange di non avere avuto. Anche Winnie voleva bene a Carne anche se spesso aveva dovuto dissimulare l'affetto che provava per lui non solo perchè il suo ruolo non glielo permetteva ma soprattutto per non ingelosire Carnet. I due gemelli erano le due facce di una stessa medaglia, l'una opposto dell'altra. Il pre diletto era anche il pre destinato, il post diletto era solo il destinato, destinato ad una vita oziosa, densa di irresponsabilità; Carnet non aveva mai tremato nè esultato, nè assaporato il sapore della paura o della gioia, l'adrenalina non aveva mai scorso a fiumi nelle sue vene. Dal canto suo Carne troppo spesso agiva senza pensare ma il ragazzo - come più di una volta aveva detto Colui - aveva culo, riusciva a cavarsela anche nelle situazioni disperate. Ogni volta che Carne era convinto di essere nella merda proprio in quei momenti succedeva qualcosa che lo toglieva dai pasticci. C'era un disegno misterioso in tutto ciò, ma Winnie ne aveva compreso la complessità.

Anche Winnie lo riconobbe subito e saggiamente evitò di pronunciare il suo nome: Carnet aveva preso il suo posto ed era divenuto Carne agli occhi di tutti e soprattutto di Kate lui, Carne, non poteva in quel momento che essere Carnet. Winnie preferì non chiamarlo del tutto.
"Bentornato, signore" fu tutto quello che disse, anche se i suoi occhi sprizzavano felicità.
"Grazie, Winnie, sono davvero felice di vederti. C'è qualcuno in casa?"
"C'è solo la signora, suo fratello è all'estero per affari"
"Chi c'è, Winnie?"
"Suo cognato, con una signora, milady"
"Finalmente!" disse Kate apparendo sul portone di casa.

"Per sei anni non ho fatto altro che pensare al suo corpo snello, ai suoi piccoli glutei muscolosi, al suo seno perfetto e ora mi trovo di fronte una donna grassa reduce da una doppia gravidanza, con grosse tette ed un enorme culo!" pensò Carne mentre era costretto ad essere nient'altro che un affettuoso cognato.
"Mi conosci, Kate. Avrei voluto essere con voi il giorno del vostro matrimonio ma ero in giro per il mondo e mi sono perso da qualche parte. Sono felice di vederti, anche se sei diventata una cicciona!"
"Sei il solito stronzo! Non cambierai mai... vuoi rimanere ancora qui fuori o preferisci entrare? E poi vuoi presentarmi la tua amica?"
"Greta Shalikan, mia cognata" disse rivolto ad entrambe.
"Greta, sei davvero uno splendore! come fai ad accontentarti di questo debosciato?" fu l'approccio di Kate.
"Sei la solita stronza" tagliò corto Carne e continuò, rivolto a Greta: "Andiamo!"
Kate, perplessa - un dèjà vu? - lo seguì immediatamente. Greta si accodò.

Nessuno dei due nomi venne pronunciato sino a quel momento e questo facilitò le cose sia a Carne che a Winnie che, con la classe che lo aveva sempre distinto, si rivolse a Greta.
"Signorina Greta, mi segua, le faccio vedere dove è la sua camera, avrà bisogno di rinfrescarsi."

Mentre Greta scioglieva una manciata di Pure Pink Himalayan Salt nella vasca da bagno Winnie chiese a Carne, che non aspettava altro per potere rimanere solo con lui, se poteva aiutarlo ad estrarre la Norton dal taxi. La risposta fu ovviamente affermativa.
"Bentornato, Carne!" Winnie voleva essere certo che il suo prediletto avesse capito che lui aveva capito.
"Caro Winnie, non ho fatto altro che pensare a questo momento..." senza però dire che i suoi pensieri erano stati sempre per Kate.
"Ho dovuto stare al gioco, tu sei sparito, Kate avrebbe sofferto troppo se avesse saputo la verità"
"Non sono sparito. Mi hanno fatto sparire."
"Lui?"
"Lui!"
"Un vero bastardo!"
"E adesso dove è'"
"E' andato a Macao per affari..."
"Mettiamo la moto in garage e torniamo in casa..."

Kate era in cucina, stava preparando un apple pie per la colazione della mattina successiva.
"Come fa ad avere un culo così grosso?" pensò mentre le diceva che andava di sopra a rinfrescarsi.
Entrò nella sala da bagno; Greta si stava accarezzando immersa nell'acqua profumata eppure lui non ebbe l'erezione sperata. non ne fu felice ma ne apprezzò il lato positivo, Greta avrebbe smesso di ricattarlo con i suoi sordidi trucchi.
Carnet era dunque a Macao. Strana coincidenza perchè sarebbe toccato a lui essere là.
"Problemi?" chiese la ragazza, alludendo chiaramente all'assenza di segni di eccitazione.
"Fatti i cazzi tuoi!"
Greta se ne stette, anche se non era abituata ad essere trattata in quel modo, venticinque milioni di sterline erano sufficienti a tenerla calma.

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