martedì 30 giugno 2009

Incontro a sorpresa....

Jason era alla guida di una Opel Astra noleggiata all'aeroporto Pleso di Zagabria. Superata Karlovac (in direzione di Plitvice) raggiunsero Slunj, la famosa città dei Frangipani (non si tratta di piantagioni di plumeria ma dell'antica famiglia dei Frankopans) la superarono e, poco prima di raggiungere Rakovica, furono bloccati da due Hummer H1 corazzati, neri con i vetri scuri... mezzi abituali della CIA.
"Perchè questo imprevisto, proprio ora?" disse Jason imprecando.
"Qualcun altro sapeva di Plitvice?"
"E tu cosa ne sai?"
"Cosa dovrei sapere?"
"E allora perchè ne hai parlato?"
"Non sei tu che hai detto dove dovevamo andare?"
"Continuerai a lungo a fare domande?"
"E tu eviterai a lungo di darmi risposte?"
"Hai frequentato a lungo i due vecchi?"
"Perchè?"
"Sai come si concludono questi dialoghi?"
"Sì"

La Opel era circondata da sette uomini in tenuta standard, abito completo grigio, camicia bianca, cravatta scura, occhiali scuri, tutti armati. Con molta pazienza stavano aspettando che i due occupanti dell'auto terminassero il loro battibecco.

Quando subentrò il silenzio dal secondo Hummer scese un altro uomo. Non lo riconobbero subito ma lo fecero quando si abbassò, picchiando con le nocche sul parabrezza. Era, o somigliava moltissimo, il lift del Lisboa Hotel di Macao.

"Cosa è tutta questa storia? Cosa volete da noi?"
"Provate ad indovinare. Vi suggerisco di indovinare bene e in fretta, non avete molte alternative."
"Cosa cazzo vogliono da noi?" chiese Jason.
"Se non lo sai tu cosa vuoi ne sappia io?"
"Non ricominciare con le domande!"
"Allora ti rispondo: non lo so!"
"Non avete molto tempo."
"Lei ci sembra molto scortese" azzardò Carnet che non possedeva l'intuito di suo fratello.
"Scortese io? ma le pare!" disse il lift estraendo Carnet dal finestrino e mollandogli un sonoro ceffone.

Fu così che Carnet decise che era meglio cominciare a parlare. Descrisse minuziosamente la missione affidatagli dai due vecchi, il suo viaggio a Macao, la marca dello champagne bevuto sull'aereo, la scarsa qualità del bagno schiuma dell'hotel... dettagli inutili questi ultimi che avevano però la funzione di fare apparire il tutto come vero.
"Stai dicendo la verità ma non mi basta. Io voglio tutta la verità!"
"Ma ho detto tutto!"
"Tutto tranne una cosa..."
"Cazzo, questo sa della pietra!" pensò Carnet
"Quale cosa?" disse invece.
"Smettiamola con questo giochino altrimenti qui si fa notte. Ora ti faccio la domanda e tu dovrai rispondere: DOVE E' PEGGY?"

Tutto per il meglio?

Carne era convinto di avercela fatta. Dopo l'incursione dei due smith si era congratulato con sè stesso per l'abilità con cui aveva trattato la cosa, era stato freddo e deciso, non aveva dato segni di paura o di debolezza, anzi. a quel punto cosa stesse facendo Carnet (molto probabilmente a un tavolo del casinò sottostante) non era più di alcun interesse.

Carnet invece stava facendo le valige per Plitvice. Jason non aveva aperto bocca su dove fosse la pietra ma il viaggio che aveva imposto forniva ampi indizi, la Lapis Malvitensis non poteva che essere da qualche del parco oppure lì, protetti dall'anonimato di cui godono i turisti, avrebbero potuto incontrare qualcuno... Le ipotesi quindi si restringevano a due. In realtà l'incontro avvenne prima, ma questa è un'altra storia di cui parleremo in seguito.

Tutto stava andando per il meglio, sembrava che tutti non temessero l'oste con cui fare i conti: Carne era pronto per rientrare a Londra con tutti gli onori, il direttore stava già accarezzando l'idea di avere avuto un doppio colpo di fortuna, i tre smith presto si sarebbero divisi più di 18 milioni a testa, il lift, che aveva un amico ai tavoli, aveva moltiplicato le sue laute mance, Greta non sapeva niente del suo futuro ma questo, grazie al fisico che si ritrovava, non l'aveva mai preoccupata... l'unico che non si faceva prendere dall'entusiasmo era Winnie che era abituato a guardare in bocca ai cavalli che riceveva in dono.

Due conti

"Ha chiesto 70 e secondo noi vuole 70, non una sterlina di meno" disse smith uno.
"Anche secondo me non molla!" disse smith due.
"Nessun problema, pensavamo di chiedere a Rogozin 55 per Greta, quello ne pagherà 70 e non cambierà nulla"
"Tu dici?"
"Il piano è semplice. Noi paghiamo con i dividendi di Shitland, 55 milioni, ci aggiungiamo 15 milioni che prendiamo dai 70 di Rogozin e a noi ne restano 55 in contanti più il 38% dell'operazione. Meglio di così non poteva andare" disse tre con un sorriso, del tutto eccezionale.
Gli occhi azzurri dei tre smith brillavano nella penombra della camera.

Nightshift

La stanza dell'albergo non era troppo confortevole. L'idromassaggio aveva solo otto bocchette, il materasso non era in lattice, il profumo del bathing foam era dozzinale.
Nonostante tutto Carne aveva preso sonno con facilità.
Il risveglio però era stato brusco: non si era neanche accorto del passepartout che girava nella sua serratura e del rapido ingresso di due loschi figuri, due smith a caso.
Uno dei due gli presentò una lama a un millimetro dalla carotide, mentre l'altro lo teneva sotto tiro.
"Mister Di Culo, ci farai entrare nel tuo business, vero?" disse smith.
"Maledetto ricco arrogante. E' ora che anche i pesci piccoli entrino nei giri grossi!" ringhiò l'altro smith.
"Se mi fate fuori che cosa ci guadagnate?" disse Carne
"Ma noi non ti vogliamo fare fuori, vogliamo solo convincerti a firmare un compromesso per una cessione di quote del affare delle corse"
"E... come pensate di convincermi?"
"Trattenendo la tua amica Greta, che attualmente è nelle mani di mr smith".
Carne sapeva bluffare:
"Non mi frega un cazzo della ragazza, ditemi piuttosto quanto potete metterci" disse un po'svagato, spostando con due dita la lama dal collo.
Poi si alzò dal letto, andò al figo-bar e si versò da bere.
"Bevete qualcosa anche voi?"
Smith e smith rimasero stupiti dal suo fairplay. Dopo qualche attimo di silenzio, smith balbettò: "... diciamo... cinquantacinque milioni di sterline"
"Sarebbe meglio settanta. Se ce la fate, potreste avere le quote che avevo destinato alla General Motors e beccarvi il 38% dell'affare" continuò Carne
I due si guardarono. Si sentivano dei poveracci, ma non volevano perdere l'occasione.
"Possiamo chiedere a Rogozin..." disse smith.

domenica 28 giugno 2009

e se si accorge che Macao è un diversivo?

"... e se si accorge che Macao è un diversivo?"
"Sai come opera Carne!"
"E' vero, quando ha un obiettivo si dimentica di tutto il resto.."
"... per esempio si dimentica di Greta!"
"Meglio così!"
"Detto da te è come sentire l'oste declamare il suo vino.."
"Non capisco,"
"Lasciamo perdere."
"No, spiegati!"
"Sei rincoglionito?"
"Da che pulpito viene la predica!"
"Fanculo."

"Ricominciamo dall'inizio: ... e se si accorge che Macao è un diversivo?"
"E se i tre si accorgono che li stiamo fottendo?"
"Non abbiamo mandato Carne per risolvere il problema?"
"Sì, ma se lui si accorge che lo abbiamo mandato là per distoglierlo dalla pietra?"
"Vuoi dire che il problema con i tre investitori non è risolto e che presto ci verranno a cercare?"
"In teoria sì ma senza i soldi dei dividendi come faranno a recuperare la pietra?"
"E' nato prima l'uovo o la gallina?"

sabato 27 giugno 2009

L'esca è lanciata

"Dovrei avere più tempo, chissà cosa sta facendo Carnet... forse il lift... lui sa sempre tutto..." pensò Carne dirigendosi verso l'ascensore.

Le porte si aprirono e uscirono dalla cabina in quattro. Uno era il direttore, gli altri tre, tutti uguali tra loro come gli smith di matrix.

"Mr Flesh! Che piacere vederla. Viene a bere qualcosa con noi?"
"La ringrazio, ma forse lei deve dedicarsi ai suoi ospiti..."
"La prego, ne saranno lieti anche loro"
"Si unisca a noi, sarà un piacere" disse uno degli smith, togliendosi gli occhiali scuri e mostrando due occhi azzurri, del tutto improbabili in un orientale.
"Grazie, ma non potrò fermarmi a lungo, ho degli affari urgenti che mi aspettano"
"Che tipo di affari, se posso permettermi?"
"Mr Flesh si occupa di investimenti..." intervenne il direttore temendo che questo incontro imprevisto prendesse una piega diversa da quella programmata con il rischio di perdere il taxi.
"Non si preoccupi per il taxi" Carne aveva percepito la preoccupazione.
"Quale taxi?" dise un altro smith
"Quello che aspetta Mr Flesh"
"Non può mandarlo via?"
"Non se ne parla nemmeno, il taxi deve rimanere lì dove è!"
"Va bene così, le ho detto di non preoccuparsi. Ha sistemato la moto secondo gli accordi?"
"La vedrà tra poco, è proprio al centro della hall"

Avevano davvero fatto un buon lavoro. La moto era stata montata su un doppio piedistallo circondato da paletti di ottone che sostenevano un grosso cordone color amaranto. Faretti puntiformi facevano brillare le finiture della moto, ben lucidate. Era davvero uno spettacolo.

"Tutta questa messinscena per una moto vecchia?" chiese il terzo degli smith.
"Mi perdoni, ma ho la sensazione che lei non capisca un cazzo!" disse Carne. Sono senza una lira, aveva detto il lift e Mr Flesh si occupa di investimenti, aveva detto il direttore. Era certo che lo smith avrebbe incassato senza battere ciglio. Ci fu comunque un attimo di imbarazzo dopo il quale il direttore scelse una via diplomatica.
"Mr Flesh intendeva dire che..."
"Direttore, si faccia i cazzi suoi!"
L'imbarazzo aumentò e Carne ne approfittò per andarsene. Se voleva quel taxi era quello il momento in cui avrebbe potuto guadagnarselo. Gli smith avrebbero cercato di capire da dove gli arrivava quell'eccesso di sicurezza e avrebbero dedotto che la provenienza era un eccesso di denaro. Lui stava giocando a poker e aveva fatto un bluff nel momento giusto, mentre gli altri avevano poche fiches e cercavano di risparmiarle.

"Molto scortese, questo suo cliente!" disse uno degli smith, uno a caso.
"Purtroppo anche molto ricco e nel mio ruolo non posso fare altro che assecondarlo"
"Anche mettendo nella hall la moto di suo nonno?"
"Ho l'impressione che lei non sia un collezionista. Si tratta di un pezzo da museo."
"E cosa ci fa qui?"
"Mr Flesh sta promuovendo un suo investimento, legato al mondo dei motori. Mosley, Ecclestone e Montezemolo sono ai ferri corti. C'è la possibilità che nasca un campionato mondiale alternativo e ci sono parecchi interessi che gravitano intorno alla cosa..." disse seguendo il copione concordato.
"Un buon affare?"
"Non me ne intendo molto, ma direi di sì"
"Ora siamo un po' a corto ma verso la fine del mese potremmo disporre di una grossa somma..."
"Dipende da voi, io non posso certo partecipare, da quello che mi risulta le quote di ingresso sono abbastanza alte, si tratta di rilevare un circuito storico, aggiornarlo alle nuove esigenze, vie di fuga, asfato perfetto, ampie tribune... e quello sarebbe un costo fisso ma in compenso tutta la zona circostante, nei pressi di Canterbury, si rivaluterebbe molto. Non solo, poi ci sono tutti gli appalti per le infrastrutture, vie d'accesso, eliporto, non contando poi ristoranti, alberghi... si parla di un investimento globale di qualche miliardo di sterline!"
"Cazzo!" dissero all'unisono i tre smith.

venerdì 26 giugno 2009

Il contatto

"Direttore, la desiderano i tre signori dell'ultimo piano"
"Dica loro che tra un minuto sarò da loro"
"Venga davvero tra un minuto, sto cercando di tenerli a bada, ma sono piuttosto incazzati, dicono che l'aria, nei loro appartamenti, è irrespirabile"
"Dica loro che mi sto occupando di sistemare la moto nella hall e appena ho finito li raggiungo"

Forse un taxi color malva stava per finire nella sua collezione. Bisognava forse solo risolvere un piccolo problema al sistema di areazione... un po' di scuse... un piccolo omaggio da parte della direzione... poi spostare l'attenzione sulla moto e buttare qualche esca, cosa nella quale, con trent'anni di esperienza, era diventato un esperto.

Prese il minuto promesso per ricordare esattamente quello che Mr Flesh gli aveva detto.

"Buon giorno, signori, in cosa posso esservi utile?"
"Nei nostri appartamenti c'è un insopportabile puzzo di merda!" disse uno dei tre, del tutto uguale agli altri due.
"Dovreste esserci abituati!" pensò il direttore mentre sorridendo disse: "Non riesco a capire come sia possibile, possiamo andare su da voi a dare un'occhiata?"
"Una annusata, vorrà dire!" disse il secondo dei tre, del tutto uguale a quello che aveva parlato per primo.

Uno degli ascensori era fermo per manutenzione quindi attesero l'altro.
"Ultimo piano?" chiese il lift
"Sì!"

Quando superarono il penultimo piano un forte odore di merda invase la cabina.
"Scendi di un piano"
"Sìssignore"
Le porte si aprirono. Il tanfo era davvero insopportabile, non c'era dubbio, era di fonte anale rinnovabile.
"Sente?"
"Sento e capisco il vostro disappunto, ma quello che per voi è difficile da sopportare è legato alla vostra tendenza ad analizzare solo le informazioni relative all'impatto emotivo. In fin dei conti si tratta solo di un forte odore di merda. Ci sono persone che collegano un odore ad una situazione sgradevole che, si sa, è difficile da dimenticare in un lampo e classificano l'odore come puzza insopportabile. Diamo comunque un'occhiata in giro e cerchiamone insieme la causa." Nel frattempo il controllo dei suoi ricettori olfattivi gli aveva permesso di isolare e allontanare la tentazione di vomitare.
"Ci prende per il culo?"
"No, signori, non ne ho davvero alcuna intenzione, esprimevo solo considerazioni di carattere generale."

Dopo mezz'ora il puzzo si era attenuato (oppure loro si erano abituati). Dopo avere ispezionato tutto il piano (tutto era perfettamente a posto, come se fosse appena passata una squadra di pulizia) i tre concordarono una tregua ed accettarono le scuse del direttore e la sua proposta di scendere a bere qualcosa.

"Tutto a posto, signore?" chiese il lift.
"Tutto a posto come al solito!" rispose il direttore.
Il lift sorrise.

Parecchie ore prima...

"Avrei un'idea!"
"Devo cominciare a preoccuparmi?"
"Perchè?"
"Non lo sai perchè?"
"No, e tu?"
"Non sei stanco di fare domande?"
"E tu cosa stai facendo?"
"Fanculo, fanculo, fanculo!"
"Perchè sei così nervoso?"
"Non ricominciare, parlami della tua idea.."
"Era ora! cosa ne diresti di eliminare Greta?"
"Farla fuori?"
"Non fisicamente, suggerirei di farla uscire da questa storia"
"Ci potrebbe ancora servire..."
"In tal caso la facciamo rientrare"
"Quale sarebbe il vantaggio?"
"Risparmieremmo, se Carne riesce nella missione, 25 milioni di sterline!"
"Come?"
"Greta ha convinto Carne ad andare a Macao il che significa che non ci è andato per i soldi. Greta è andata per i soldi. Carne è a Macao, quello che volevamo quindi Greta non ci serve più"
"Sei un vero bastardo!"
"Ho imparato da te!"
"E come facciamo ad eliminare Greta?"
"E' semplicissimo, sappiamo dove è. Facciamolo sapere a Rogozin"
"Rogozin?"
"Rogozin, ti ricordi quello che aveva prestato 500 rubli d'argento a Dostojevsky?"
"Che quindi avrebbe circa 150 anni?"
"Non sto parlando di quello ma del suo bisnipote, il ricco siberiano che mantiene Greta e che non desidera altro che riportarsela in Siberia"
"Chiamalo subito, mi sembra un'ottima idea!"
"Stai male?"
"No, perchè?"
"Hai mai approvato una mia idea prima d'oggi?"
"Perchè, quando hai deciso di mandare anche Carnet ti ho messo forse i bastoni tra le ruote?"
"... e in quell'occasione non ti ho forse promesso qualcosa?"
"... e per caso la promessa l'hai mantenuta!"
"Certo!"
"Certo? Dove è la mia tunica di Etro?"
"Sciocco, pensavi che me ne sarei dimenticato?
"Quindi ci sei riuscito?"
"Guarda dietro la tua poltrona..."

Dietro la poltrona c'era un pacco regalo, con un biglietto rigido con bordo dorato... Per la mia cara nipotina, diceva la dedica.

"E io sarei la tua cara nipotina?"
"Cosa dovevo dire all'impiegato, Per il mio caro amico frocio?"
"Fanculo!"

Rogozin, il ricco siberiano

La migliore suite dell'Hotel Kupechesky di Krasnojarsk, nella Siberia centrale era da anni occupata da Rogozin, un ricco possidente locale, molto conosciuto per essere il bisnipote di colui che aveva fatto il primo prestito a Dostoevskij, 500 rubli d'argento. La ricchezza della sua famiglia, molto consistente, derivava da un florido commercio di pelli pregiate (prevalentemente volpi polari e zibellini) che era continuato anche durante la lunga parentesi del comunismo grazie alla grande distanza da Mosca e sonore tangenti ai funzionari locali; grandi allevamenti di ovini e di suini avevano fatto il resto. Gas e di petrolio, di cui era molto ricca la zona, non lo avevano mai interessato e questo gli aveva permesso di evitare il rischio di finire avvelenato col plutonio o di essere ammazzato nel corso di una finta rapina. Era ricco, non ricchissimo, e si accontentava di quello che aveva, una vera eccezione nella ex unione sovietica.
Tutto nella sua vita era filato liscio finchè non decise di acquistare una nuova barca e di affidare l'incarico di arredarla ad una splendida poliedrica ragazza, Greta Shali-Kan, scelta per il suo nome di famiglia... composto dai nomi di una città cecena e di un affluente del grande fiume Yenisei che passava vicino al suo albergo... Una scelta del tutto casuale che cambiò la sua vita.
Appena la vide cercò di acquistarla, alzò l'offerta più volte ma Greta continuò a rifiutare la proposta anche mentre, pochi minuti dopo il suo arrivo, stavano scopando su un antichissimo Pazyryk, ritrovato nel 1947 al confine tra la Siberia e la Mongolia, sui monti Altai, in un tumulo kurgan apparternuto ad un capo sciita.
Come tutti quelli che l'avevano conosciuta (salvo la nota eccezione costituita dal nostro eroe) Rogozin si innamorò di lei che colse al volo l'occasione di assicurarsi un futuro anche in tempi di vacche magre divenendo formalmente la sua amante, non in esclusiva. Fu così che potè contare su un appartamento dalle ampie vetrate in High Street Kensington e su un cospicuo vitalizio che sarebbe aumentato se avesse rinunciato all'ultima clausola.

In teoria Rogozin avrebbe poco a che fare con la nostra storia se dietro il tentato rapimento di Greta al Lisboa Hotel non ci fosse stato il suo zampino.

"Ora hai capito?" dopo avere raccontato questa storia chiese Winnie a Carne, dandogli sbadatamente del tu.
"Come mai Winnie mi da del tu?" pensò Carne, tollerando comunque questo eccesso di confidenza grazie al profondo affetto che lo legava al vecchio.

Il dubbio

"Greta, qui non si sta giocando, lo hai visto. Scendi per le scale, vai dal direttore e tienilo occupato per almeno un paio d'ore, qui c'è bisogno di un liquidatore."
"Posso aiutarla io..."
"No, Winnie, tu hai fatto anche troppo, non voglio farti correre altri rischi"
"Grazie, ma non ho timori..." disse Winnie, ormai certo che Carne, durante gli ultimi sei anni, avesse cancellato parte della sua ram. In passato aveva ceduto una parte dei suoi privilegi, che durante i secoli aveva accumulato dopo la nomina a Guardiano della Porta e dopo la decapitazione dei resti di Cromwell, proprio a Carne, nominandolo Alfiere del Mondo di Sopra, ma di questo sembrava che non fosse rimasto nulla nella memoria del suo prediletto. Winnie intuiva che per Carne era impossibile sostituire Winnie/chaffeur con Winnie/Maestro... ma questo aveva poca importanza, ci sarebbero state nuove occasioni.

In quel momento salì al piano il secondo ascensore.
"Ha bisogno di me, signore?" chiese il lift.
"Arrivi proprio nel momento giusto, ho bisogno di fare un po' di pulizia..."
"Ho un paio di amici in lavanderia, se si assentano non se ne accorge nessuno, li chiamo subito... mille?"
"Mille, come al solito!"

Ci volle più di un'ora ma alla fine tutto tornò perfetto, sembrava non fosse mai successo niente.

"Ora c'è un altro problema, l'ascensore. I freni lo hanno bloccato al dodicesimo piano, ho messo un cartello di fuori servizio ma prima o poi bisogna fare qualcosa... se si accorgono dei cavi tranciati può arrivare la polizia che da queste parti non scherza."
"Ecco altre mille. Chiama il tuo amico."
"Come fa a sapere.."
"Chiamalo e non perdere tempo."

"Winnie, tu che sai sempre tutto, chi può avere interesse ad eliminarmi?"
"Non ce l'avevano con lei, signore, l'obiettivo era la ragazza"
"Greta?"
"Greta."
"E perchè?"
"Lei è convinto di averla incontrata per caso?"

Un dubbio sfiorò la mente di Carne. Sapeva per esperienza che nulla avviene per caso. Anche questo lift che sa tutto, che arriva al momento opportuno, che ha sempre una soluzione...

Old times are back

Carne e la ragazza si incamminarono verso il roofgarden dell'hotel. Siccome c'era coda nella hall presero l'ascensore di servizio, appena dietro l'entrata. Quando arrivarono al piano delle centrali di controllo, sotto il roof garden, l'ascensore si fermò di colpo e si senti qualcuno che stava cercando di tagliare i cavi del montacarichi con una fiamma ossidrica. Carne riuscì a forzare le porte appena in tempo per balzare fuori tirandosi dietro Greta, poi l'ascensore precipitò al suolo.
Carne capì immediatamente che doveva difendersi, nascondendosi osservò i movimenti intorno a sè e intuì che poteva trattarsi di tre o quattro uomini in tutto. Ma era disarmato.
"Carne, sei nella merda" disse lei.
Lui non rispose.
Ad un tratto sentirono una voce famigliare alle loro spalle:
"Immagino che il signore desideri il suo shitgun" disse Winnie.
"Winnie! Come hai fatto?"
"Mi sono permesso di seguire il signore e la signora, in caso fosse stato necessario un mio intervento. Vedo che non mi sono sbagliato"
"Winnie, sei impagabile"
"Questo lo decideremo a cose fatte - rispose-. Comunque mi sono permesso di portare anche il nuovo modello di shitgun con convertitore nanotecnologico e ugello-propulsore per macromolecole di simil-merda"
"Al diavolo queste modernità" diesse Carne infilandosi il bocchettone del vecchio shitgun nel culo. Fu un po' doloroso, perchè da anni non sparava.
Una volta armato, uscì allo scoperto gridando:
"Hey, sacchi di vermi, fatevi sotto!"
Appena ci fu un movimento impercettibile Carne azionò la leva. In un attimo la morte marrone si seminò tutt'intorno. Dopo qualche istante d'inferno Carne sfilò il bocchettone ansimando leggermente.
"Santo cielo" disse Greta disgustata "Erano anni che un uomo non riusciva a stupirmi così... ma è terribile! Tutto questo è terribile!... Tutta quella merda!"
"Lo so, le prime volte è molto brutto, ma poi ci fai il callo" disse Carne.
"Winnie, come minimo ti devo una bevuta.

Sempre la stessa musica

"Andrà male" disse Grande Merda controllando le mosse di Carne al computer. Mentre dormiva gli avevano installato un microchip tracciante satellitare sotto pelle e ne potevano seguire le mosse. La ragazza non aveva accettato di farsi pungere. "Metterò il chip nel mio vibratore. Stare certi, non me ne separo mai" aveva detto.

"Andrà male" ripetè Grande lanciando un'occhiata provocatoria a Colui.
"Al contrario, andrà benissimo"
"Sono stufo del tuo ottimismo"
"E' meglio essere ottimisti e avere torto che essere pessimisti e avere ragione"
"Risparmiami la tua saggezza popolare"
"Non capisci un cazzo"
"Capisco quello che hai detto: che è meglio avere torto che avere ragione"
"Dovresti essere contento: hai sempre torto"
"Quindi?"
"Quindi fanculo"

Dalla tattica alla strategia

Fu facile convincere il direttore dell'albergo, un bell'uomo sulla cinquantina. Greta intascò altre mille sterline solo esibendo una profonda scollatura mentre Carne si stava accordando sui dettagli, ubicazione, supporto, cordone di protezione...
"Davvero bella la sua moto, signore, sono davvero contento di esporla al centro della hall. Durante gli ultimi venti anni sono passati di qui i più grandi piloti inglesi e i più vecchi mi hanno parlato sempre della loro prima moto, la Norton Commando Roadster MKII. Tutti mi hanno parlato dell'efficienza del freno anteriore a disco, non sapevo che ci fosse anche una versione col freno a tamburo..."
"Le hanno parlato della moto del 72, questa è del 71, ne hanno prodotto pochissime copie..."
"Fino a quando può lasciarmela, mi piacerebbe averla ancora qui per il Macao Trophy, il che vuol dire qualche mese..."
"Se le cose vanno come devono andare, può anche tenersela per sempre."
"Sta scherzando?"
"No."
"Cosa devo fare per averla?"
"Faccia in modo che io riesca a parlare con i tre signori che abitano all'ultimo piano"
"Tutto qui?"
"Tutto qui!"
"Come devo affrontare la cosa?"
"Dica soltanto che ci sarà presto un nuovo circuito in Inghilterra e che la moto è parte del programma di promozione... Dopo le diatribe tra Mosley e Montezemolo, Lydden Hill potrebbe sostituire Silverstone e Donington, con tutto il giro di denaro conseguente..."
"Non si faccia illusioni, quei tre non hanno una lira, hanno investito tutto in una miniera..."
"... di merda"
"Un pessimo investimento?"
"No, no... merda. Uno investe in rame, un altro in petrolio, altri ancora in merda, c'è un florido mercato..."
"Non lo avrei mai pensato..."
"... e presto ci sarà la distribuzione dei dividendi..."
"Ho capito tutto e per caso lei è qui..."
"Esatto, lei mi dia una mano e..."
"... e la moto è mia?"
"Non solo la moto, avrei per lei anche una chicca, un taxi color malva."
"Come quello del film?"
"Quello del film!"
"Conti su di me, signor???"
"Carne di Culo, ma mi presenti ai tre tizi come Mr. Flesh."
"Ha bisogno d'altro Mr. Flesh?"
"No grazie. Anzi sì, potrebbe occuparsi lei della signorina Shalikan per almeno un paio d'ore?"
"Sarà un piacere, signore" rispose il direttore cercando di nascondere i sintomi della sua eccitazione.

Carne aveva almeno un paio d'ore anzi, tenendo conto della prolungata astinenza di Greta, almeno quattro per cercare di capire cosa stavano facendo suo fratello e quell'altro bastardo. Sarebbe stato un bel casino se fossero arrivati mentre lui stava per portare a termine il suo compito.

giovedì 25 giugno 2009

Precisazione

Gli estensori di Carnival Outrage sono molto attenti ai dettagli. La rarità della moto in questione è legata non solo alle condizioni eccellenti ma soprattutto al fatto che è una delle prime prodotte, nel 1971. Qui di seguito i dati ufficiali forniti dalla casa. Grazie in ogni caso per la segnalazione che mi ha permesso di comunicare ai lettori l'attenzione che nutriamo per i particolari!


Front Brake (Disc) MKII (1972)

Pad friction area 1.65 in.
Pad Thickness (New with Backing) .38/ .37 in.
Pad Minimum Thickness .0625 in.
Disc Diameter 10.70 in.
Disc Width .260/ .250 in.
Brake Fluid Lockheed 329 Quality

Front Brake (Drum) MKII (1971)

Type Twin Leading Shoe
Drum Diameter 8 in.
Brake lining area Total 18.69 Sq. in.






The Bike

Una svista dell'estensore attribuisce il freno anteriore a tamburo alla Norton Commando Roadster MKII. In realtà questo modello montava un monodisco Lockheed sullo stelo destro della forcella. Ce ne scusiamo con i lettori.

Peggy rapita

"... ed è con vero piacere che io, Truman Mansfield, direttore del Museo della Merda di Carthage-Missouri, consegno la borsa di studio di quest'anno alla dottoressa Peggy Fuller, con un plauso per i suoi studi sulla ormai celebre Lapis Malvitensis ed altri manufatti trovati nel sito di Malvito in Italia. Digraziatamente, come sappiamo, la pietra è stata recentemente trafugata dal nostro museo. Cia auguriamo che Peggy voglia impiegare un po' delle risorse della borsa di studio per ritrovare quel prezioso reperto."
Nel folto pubblico che applaudiva, proprio in fiondo alla sala, Stantz e Venkman seguivano attentamente le mosse di Peggy. Aspettarono pazientemente la fine della premiazione. Quando Peggy uscì la seguirono e quando imboccò la statale 54 la superarono, la bloccarono e dopo averla narcotizzata la chiusero nel bagagliaio della loro macchina.
Tutto andò liscio come l'olio.

Le cose si stanno mettendo bene!

Il trucco delle mille sterline funzionò anche a Macao. Fu sufficiente parlare con il lift salendo verso il diciottesimo piano del Lisboa Hotel.
"Sai cosa sono questi?"
"Denaro, signore, mi sembrano sterline"
"Sì, ma quante?"
"Un centinaio?"
"No, mille"
"Perchè me le fa vedere?"
"Avrei bisogno di un piccolo favore..."
"Mi dispiace, non credo proprio di poterla accontentare... io certe cose non le faccio, nemmeno per mille sterline!"
"Hai capito male, pensi che il mio amico sia frocio? Guardami..." disse Greta, sfiorandolo.
"Cosa posso fare per voi?" Lo sguardo di Greta era stato più che sufficiente a convincerlo e, se non fosse bastato, ci avrebbe pensato l'immediata erezione provocatogli dalla vicinanza della ragazza.
"Stiamo cercando tre signori, molto ricchi, che hanno investito un sacco di soldi in una miniera di merda."
"E se ve li trovo mi date mille sterline?"
"Esatto!"
"Potete già darmele, so di chi si tratta"

Carne, nelle situazioni di difficoltà, aveva sempre culo.

"Abitano in questo albergo"
"Non fare il furbo!" disse con tono minaccioso Carne.
"Abitano in questo albergo, vi dico, so cosa vi interessa. Ieri sono saliti due tizi, non li ho visti in faccia perchè l'ascensore era pieno ma ho sentito cosa dicevano, parlavano dei tre investitori, dicevano che era difficile arrivare all'ultimo piano dove abitano ma che nei prossimi giorni ci sarebbero riusciti. Hanno anche detto che sono tre coglioni..."
"Queste sono le mille sterline" disse Carne "ora dimmi come posso fare, con altre mille sterline, a sistemare una moto da collezione al centro del bar"
"Abbiamo molti clienti che arrivano qui per il Macao GP Trophy, il direttore dell'albergo non dovrebbe avere problemi ad accontentarla, molto probabilmente le ho fatto risparmiare mille sterline"
"Le mille sterline le prendo io" disse Greta a Carne, infilando una mano nei pantaloni del lift.
"Perchè?" chiese Carne
"Perchè se lo merita"
"No, io intendevo dire: perchè le mille sterline le prendi tu?"
"Allora toccalo tu e le mille sterline te le tieni!"
"Preferisco che ti tenga i soldi!"
"Bacchettone!"
"Non rompermi i coglioni!"

"Dovrò trovarmi qualcun altro, qui ho l'impressione che di scopare non se ne parli neanche!" pensò Greta.
"Cosa cazzo ci faceva la foto della pietra, del Lapis Malvitensis, sul caminetto della villetta?" pensò invece Carne.

mercoledì 24 giugno 2009

La Cina è vicina

Non si poteva assolutamente affermare che Carne fosse uno stratega ma la sua storia era lì a dimostrare che era maestro di tattiche. Era per questo che ogni volta che Carne era nella merda proprio in quei momenti sceglieva una via che lo toglieva dai pasticci. Ora stava pensando a Macao. Quei due vecchi infidi, per avere maggiori possibilità di successo, avevano dato lo stesso incarico a ciascuno dei due fratelli e il primo era già partito. Bisognava agire in fretta. Se Carnet avesse fallito, cosa molto probabile per la sua cronica incapacità, gli investitori avrebbero fiutato la truffa e il suo compito sarebbe divenuto a dir poco impossibile.

"Vorrei prenotare due posti per Macao"
"Grazie per avere scelto Virgin Atlantic. Quando desidera partire?"
"Appena possibile!"
"Domani mattina, volo 250 alle 13:00, da Heatrow, arrivo Pu Dong, alle 7:20, ripartenza con Air Macau alle 9:35 arrivo a Macao alle 12:25 andrebbe bene?"
"Certo! I passeggeri sono Mr. C. di Culo e Miss Greta Shalikan"
"C. di Culo?"
"Esatto"
"Come è possibile? Lei è già partito ieri mattina!"
"E' un caso di omonimia, non si preoccupi. Dimenticavo: prima classe!"
"Ho anche una moto da spedire a Macao"
"Questo è un po' più complicato..."
"Capisco ma guardi di fronte a lei, c'è un signore anziano che le deve consegnare una busta."
"Signorina, immagino che lei sia al telefono col mio padrone" disse Winnie con la solita cortesia.
"Cosa c'è nella busta?"
"Signorina, non mi permetterei mai di interessarmi delle cose del mio padrone, guardi lei"
"Ha aperto la busta?" chiese Carne.
"Mille sterline! Cosa dovrei farne?"
"E' un problema suo, ma solo se mi trova il modo di spedire la mia moto."
"Credo di poterci riuscire... ho un amico che..."
"Fatti suoi, mi dica solo sì o no."
"Sì."
"Bene. Consegni i biglietti al mio autista, ha con sè denaro sufficiente per pagarli subito."
"Sarà fatto, signore. Mi chiamo Ellen, Ellen Bond... se avrà ancora bisogno mi cerchi pure!"

Il lettore si chiederà perchè Carne aveva deciso di spedire la Norton a Macao. Un lettore più aggiornato sa invece cosa c'è a Macao, ogni anno: in Cina, a due passi da Hong Kong, ogni anno si svolge una gara cittadina meno famosa del Tourist Trophy ma altrettanto affascinante. Si corre a Macao sul circuito totalmente cittadino di Guia; 6,2 chilometri, che quelli buoni percorrono ai 150 di media. Fra muri e guard rail, una sfida alla capacità di guida e di improvvisazione prima ancora che alla ragione. Portare lì una Norton come quella sottratta ai due vecchi, sarebbe stato un ottimo biglietto di ingresso e contemporaneamente l'alibi di cui aveva bisogno: non poteva certo giustificare la sua presenza agli investitori dicendo loro che era lì per caso....

Argo riconosce Ulisse

"Dove stiamo andando?" chiese Greta attraverso la forcella della Norton.
"A Londra, lo sai."
"Me lo hai detto, ma dove?"
"Nella mia vecchia casa di Bedford Square"
"Ci abita qualcuno?"
"Immagino che ci stia mio fratello con mia moglie"
"Tua moglie?"
"Lapsus, sua moglie."

Posteggiarono davanti alla casa.
Si accese una luce e una figura comparve sulla porta. Carne lo riconobbe subito malgrado gli ultimi sei anni lo avessero segnato molto. Era il vecchio Winnie*.

* Carne voleva bene a Winnie. Era la figura nonnerna che ogni bimbo vorrebbe, che ogni adolescente sogna di avere vicino, che ogni adulto rimpiange di non avere avuto. Anche Winnie voleva bene a Carne anche se spesso aveva dovuto dissimulare l'affetto che provava per lui non solo perchè il suo ruolo non glielo permetteva ma soprattutto per non ingelosire Carnet. I due gemelli erano le due facce di una stessa medaglia, l'una opposto dell'altra. Il pre diletto era anche il pre destinato, il post diletto era solo il destinato, destinato ad una vita oziosa, densa di irresponsabilità; Carnet non aveva mai tremato nè esultato, nè assaporato il sapore della paura o della gioia, l'adrenalina non aveva mai scorso a fiumi nelle sue vene. Dal canto suo Carne troppo spesso agiva senza pensare ma il ragazzo - come più di una volta aveva detto Colui - aveva culo, riusciva a cavarsela anche nelle situazioni disperate. Ogni volta che Carne era convinto di essere nella merda proprio in quei momenti succedeva qualcosa che lo toglieva dai pasticci. C'era un disegno misterioso in tutto ciò, ma Winnie ne aveva compreso la complessità.

Anche Winnie lo riconobbe subito e saggiamente evitò di pronunciare il suo nome: Carnet aveva preso il suo posto ed era divenuto Carne agli occhi di tutti e soprattutto di Kate lui, Carne, non poteva in quel momento che essere Carnet. Winnie preferì non chiamarlo del tutto.
"Bentornato, signore" fu tutto quello che disse, anche se i suoi occhi sprizzavano felicità.
"Grazie, Winnie, sono davvero felice di vederti. C'è qualcuno in casa?"
"C'è solo la signora, suo fratello è all'estero per affari"
"Chi c'è, Winnie?"
"Suo cognato, con una signora, milady"
"Finalmente!" disse Kate apparendo sul portone di casa.

"Per sei anni non ho fatto altro che pensare al suo corpo snello, ai suoi piccoli glutei muscolosi, al suo seno perfetto e ora mi trovo di fronte una donna grassa reduce da una doppia gravidanza, con grosse tette ed un enorme culo!" pensò Carne mentre era costretto ad essere nient'altro che un affettuoso cognato.
"Mi conosci, Kate. Avrei voluto essere con voi il giorno del vostro matrimonio ma ero in giro per il mondo e mi sono perso da qualche parte. Sono felice di vederti, anche se sei diventata una cicciona!"
"Sei il solito stronzo! Non cambierai mai... vuoi rimanere ancora qui fuori o preferisci entrare? E poi vuoi presentarmi la tua amica?"
"Greta Shalikan, mia cognata" disse rivolto ad entrambe.
"Greta, sei davvero uno splendore! come fai ad accontentarti di questo debosciato?" fu l'approccio di Kate.
"Sei la solita stronza" tagliò corto Carne e continuò, rivolto a Greta: "Andiamo!"
Kate, perplessa - un dèjà vu? - lo seguì immediatamente. Greta si accodò.

Nessuno dei due nomi venne pronunciato sino a quel momento e questo facilitò le cose sia a Carne che a Winnie che, con la classe che lo aveva sempre distinto, si rivolse a Greta.
"Signorina Greta, mi segua, le faccio vedere dove è la sua camera, avrà bisogno di rinfrescarsi."

Mentre Greta scioglieva una manciata di Pure Pink Himalayan Salt nella vasca da bagno Winnie chiese a Carne, che non aspettava altro per potere rimanere solo con lui, se poteva aiutarlo ad estrarre la Norton dal taxi. La risposta fu ovviamente affermativa.
"Bentornato, Carne!" Winnie voleva essere certo che il suo prediletto avesse capito che lui aveva capito.
"Caro Winnie, non ho fatto altro che pensare a questo momento..." senza però dire che i suoi pensieri erano stati sempre per Kate.
"Ho dovuto stare al gioco, tu sei sparito, Kate avrebbe sofferto troppo se avesse saputo la verità"
"Non sono sparito. Mi hanno fatto sparire."
"Lui?"
"Lui!"
"Un vero bastardo!"
"E adesso dove è'"
"E' andato a Macao per affari..."
"Mettiamo la moto in garage e torniamo in casa..."

Kate era in cucina, stava preparando un apple pie per la colazione della mattina successiva.
"Come fa ad avere un culo così grosso?" pensò mentre le diceva che andava di sopra a rinfrescarsi.
Entrò nella sala da bagno; Greta si stava accarezzando immersa nell'acqua profumata eppure lui non ebbe l'erezione sperata. non ne fu felice ma ne apprezzò il lato positivo, Greta avrebbe smesso di ricattarlo con i suoi sordidi trucchi.
Carnet era dunque a Macao. Strana coincidenza perchè sarebbe toccato a lui essere là.
"Problemi?" chiese la ragazza, alludendo chiaramente all'assenza di segni di eccitazione.
"Fatti i cazzi tuoi!"
Greta se ne stette, anche se non era abituata ad essere trattata in quel modo, venticinque milioni di sterline erano sufficienti a tenerla calma.

Goin' to bed

"Facessi un po' di botulino, qui, ai lati della bocca?"
"Ma figurati, basta un po' di vacanza"
"E' la prima volta che sei gentile con me da tanto tempo"
"Stai zitto. Adesso che l'hai detto mi è gia passata la voglia di esserlo"
"Perchè?"
"Perchè nella tua approvazione c'è una critica. E' come se dicessi: non sei mai stato gentile tranne oggi"
"Sei paranoico"



"Perchè ci siamo ridotti così?"
"Così come?"
"Hai risposto un'altra volta con una domanda. La prossima volta ti ammazzo"
"Fanculo"
"Fanculo".

The Shitland Investors

Quella mattina la città era come avvolta da una fitta rete di ragnatele: una nebbia biancastra imbrigliava Macao: era quasi mezzogiorno, doveva far presto.
A Carnet Macao faceva schifo, ma per un po' avrebbe dovuto trattenersi. Era la sede della sua società, la DCPS, e ogni tanto doveva farsi vedere da quelle parti. La DeCulo Pandemonium Spengler era un'immobiliare specializzata in compravendita e gestione di casino: a Macao i casino si comprano come i pop-corn.
A mezzogiorno avrebbe dovuto pranzare come al solito al The Eight, l'unico posto tollerabile per un occidentale a modo. Aveva un appuntamento con Spengler.
Ai turisti piaceva l'elegante nero degli arredi e il laghetto di ninfee nella sala da pranzo principale, ma Carnet ci andava solo per il dim sum, un supplizio tollerabile della cucina locale.
Spengler arrivò puntuale. Sapeva che Carnet aspettava al massimo tre minuti.
"Hai portato la pietra?"
"Sei pazzo? E' in un posto sicuro"
"Scusa, Jason... ma cos'hai fatto all'occhio? Hai avuto un incidente?"
"Si, ho fatto un frontale contro tuo fratello"
"La pietra dov'è?"
"Te l'ho detto, in un posto sicuro"
"Hai fatto fare un preventivo?"
"Sì, ci vorranno venti- venticinque milioni di euro, più o meno"
"E questo sarebbe un preventivo?"
"Senti, Carnet, non ho potuto farmi fare un preventivo scritto, te lo immagini?
tot per l'installazione di basi missilistiche, tot per il genocidio delle popolazioni locali, tot per la perforazione della montagna... te lo immagini? Magari con la partita iva del fornitore"
"Quando vuoi essere ironico si vede che non hai studiato a Eaton, sei mercantile"
"Stronzo altoborghese"
"Quando arrivano i soldi della Shitland Corporation?"
"A fine mese, è tutto a posto"
"Spengler, Pandemonium non deve sapere della pietra, intesi?"
"Certo. Soci, va bene, ma con certa gente, niente di più"
"Quando partiamo per Plitvice?"
"Domani"

martedì 23 giugno 2009

Yorkshire - Londra

Dopo l'ultima drammatica esperienza Carne decise che non potevano andarsene su quel microbo della Sprite, ci voleva un altro mezzo, meno riconoscibile. I vecchi, prima di piantare radici nella villetta, avevano posseduto diverse auto e diverse moto. Molto probabilmente nel garage c'era la possibilità di trovare quello che stava cercando. Scartò subito un'Anglia color verde lattiginoso e anche una Phantom VI, troppo appariscente. Rimaneva solo un vecchio taxi color malva con targa irlandese e, appesa al soffitto, in perfette condizioni, una Norton Commando Roadster Mk II, la più equilibrata, con freno anteriore a tamburo, il sogno di ogni collezionista.
Non ebbe dubbi, con le carrucole ben oliate fece scendere la moto fino a toccare il cemento del pavimento, azionò il cavalletto e rimase alcuni secondi ad ammirarla.
"E' una moto da museo, sarebbe un peccato utilizzarla!" pensò Carne.
Un attimo dopo, aiutato da Greta, riuscì ad infilare la moto nella parte posteriore del taxi, poi riusci ad infilarci anche Greta mentre lui si pose al posto di guida. Cercò le chiavi nel cassetto e le trovò, accanto ad una busta. L'aprì. Anche questa era una macchina da collezione, la firma di Fred Astaire al termine di un messaggio di ringraziamento al regista Yves Boisset lo comprovava. Non potendo caricare il taxi su un camion, decise di far finta di niente e di utlizzarlo per raggiungere Londra.

"Quando partiamo per Macao?" chiese Greta.
"Una cosa per volta, prima finiamo quello che abbiamo cominciato..."
"Hai ragione" disse Greta, sapendo che, protetta dalla Norton e dal vetro di separazione, per il momento non sarebbe stato possibile.
"Promesso?"
"Promesso!"
"Andiamo" disse Carne e all'improvviso gli sovvenne di Kate. Andiamo era una sorta di parola magica, ogni volta che lui la pronunciava Kate lo seguiva senza fare storie. Fu pervaso da una bella dose di nostalgia che, al pensiero di quello che lo aspettava, si dissolse presto.
"Problemi?" chiese Greta guardandolo nello specchietto retrovisore.
"Andiamo" fu tutto quello che riuscì a dire carne.
"Non posso fare altro che seguirti!"
"Kate mi avrebbe seguito senza dire nulla" pensò Carne. Forse Greta non era la donna della sua vita, Kate non lo avrebbe ricattato così volgarmente.

un tavolo per quattro

Fatte le presentazioni, andarono a cena al Watermill, dove i due vecchi erano abbastanza conosciuti.
"Siamo lieti che ogni tanto ci porti a conoscere le tue nuove conquiste" disse Grande in tono materno.
"Dici a me o alla ragazza?" rispose Carne
"Comunque non siamo qui per parlare della tua vita privata - tagliò corto Colui - siamo qui perchè dobbiamo parlare di soldi.
"Soldi? - chiese Carne - mi sono dimenticato cosa sono"
"Beh, siamo qui per rinfrescarti la memoria"
A Greta brillavano gli occhi.
"Quanti soldi?" chiese candidamente.
"Non molti, ma senza fatica - riprese Colui - Si tratta SOLO di qualche decina di milioni di sterline, ma si possono avere con un semplice viaggetto"
"Grazie, non mi interessa" disse Carne alzandosi
"Ma certo che CI interessa" disse la ragazza trattenendolo per i testicoli.
"Le azioni per lo sfruttamento di Shitland stanno rendendo abbastanza"
"Ma... Shitland non esiste più!" sbottò Carne
"Ma questo è un aspetto irrilevante!" gridò Grande Merda tutto eccitato "...siamo riusciti a non divulgare troppo la notizia, almeno presso gli investitori dell'estremo oriente. Anzi, da anni falsifichiamo i dati delle estrazioni e delle esportazioni di merda, mettendoci sempre un + 4,5%"
"Siete nella merda" disse Carne tra i denti
"Abbiamo firmato un accordo per cui pagheremo tutti gli interessi allo scadere del terzo anno di gestione, cioè tra un mese"
"E da tre anni stiamo vendendo azioni a tutto spiano! Le bolle finanziarie sono tanto di moda!" aggiunse l'altro battendo le mani come un bimbo.

Ci fu una lunga pausa in cui Carne ingoiò due pastiglie e si fece portare un negroni a metà cena.

"Ora, caro Carne, non vogliamo che questo bel meccanismo si fracassi, vero?"
"Sì, io lo voglio, arrivederci"
"NOI NON LO VOGLIAMO!" disse perentoria la ragazza accompagnando Carne al bagno.
Con la tecnica del pompino interrotto, si fece promettere di essere ubbidiente.
Quando tornarono nella salle à manger tutta la rigidità ideologica di Carne si era trasferita nel suo membro virile, cosicchè il suo cervello divenne liquido e malleabile. Non parlò nemmeno. Parlò Greta:
"Diteci cosa dobbiamo fare"
"Fare un viaggetto a Macao e convincere tre investitori a rinunciare agli utili"

Tornati a casa, Carne chiese a Greta di riprendere il lavoro interrotto nella toilette del ristorante, ma lei, che dapprima sembrò cedere, disse ad un tratto:
"Eiaculerai a cose fatte".
In tre riuscirono ad estrarlo dall'auto anche se non fu un impresa semplice, incastrato come era tra volante, leva del cambio e freno a mano. Nudo come un verme anche lui, ma questo non meravigliò nessuno, tantomeno Greta che sembrava avvezza a simili situazioni.
"Come ha fatto?"
"Proprio non lo so"
"Eppure di Greta non ne sapeva niente nessuno..."
"Eppure lui l'ha trovata!"
"Ehi, giovanotti! C'è qualcosa che io non so?" intervenne Greta "Chi è?"
"Davvero non lo sai?"
"Non è una di noi, non rispondere ad una domanda con un'altra domanda. Dille chi è se non vuoi che questa volta sia lei a mandarti a fanculo..."
"Greta, ti presento Carne, l'uomo che avremmo voluto farti incontrare"
"Carne, l'eroe di Shit?"
"Proprio lui..."
"Quello che non è mai riuscito a scopare Kate?"
"Proprio lui..."
"Ora capisco..." pensò Greta ripensando alle ultime sei ore.

Lo caricarono, svenuto come continuava ad essere, su una sedia a rotelle e lo portarono in casa. Lo stesero davanti al caminetto spento sul Kashan Mohtasem, un tappeto era lì dal XIX secolo e aveva sfidato ben altro che lapilli incandescenti. Grande Merda, in attesa del risveglio di Carne, accennò svogliato alcune note della "Suite bergamasque" di Debussy. L'aria era intrisa di cinismo e perplessità. Colui-il-Cui-Nome-non-può-Essere-Nominato si sdraiò invece su un'agrippina modernista dalla bizzarra forma a cigno, tenendo in mano una scatola di Khalisma Lukumia e guardò annoiato il soffitto succhiandosi le dita, tutte imbrattate di zucchero a velo. Greta si stava invece godendo la vista del corpo muscoloso di Carne.

Carne aprì gli occhi. La prima cosa che vide fu il soffitto della stanza, la seconda fu una foto appoggiata sul caminetto. Si alzò di scatto, appoggiandosi sui gomiti.
"Lapis Malvitensis!" disse con voce strozzata prima di ripiombare nel suo limbo.

I due vecchi fecero finta di non avere sentito e prenotarono un tavolo per quattro al Watermill.

lunedì 22 giugno 2009

O tempora, o mores!

"E' arrivata?"
"Non lo so"
"Non hai sentito le ruote di una macchina sulla ghiaia del vialetto?"
"Certo, pensi che sia sordo?"
"Allora è arrivata!"
"Se ne sei sicuro, perchè me lo hai chiesto?"
"Cercavo una conferma..."
"Da me?"
"E da chi altro? C'è qualcun altro qui, oltre a te?"
"Certo, ci sei tu"
"Ma io non conto, sono io che ho fatto la domanda"
"E io cosa devo rispondere?"
"Se fossi un gentiluomo non dovresti fare altro che rispondere: potrebbe essere lei, ora dò un'occhiata dalla finestra..."
"A questo ci siamo ridotti!"
"Hai ragione, peggio di così... ma qui non suona nessuno?"
"Devo andare a prendere il violino?"
"Cazzo! Parlavo del campanello"
"Vuoi che vada a suonarlo?"
"Fanculo, fanculo, fanculo!"

La piccola Sprite non era certo il massimo per farci del sesso ma Carne non aveva saputo resistere e Greta non aveva offerto la benchè minima resistenza. Era questa la ragione dell'ultimo ritardo...
Nell'ultimo sussulto Carne continuò a pensare che quella era la donna della sua vita.
Nello stesso istante Greta pensò che quel poveraccio, come tutti gli altri prima di lui, si sarebbe innamorato di lei.

"Allora, chi è arrivato?"
"Non vorrei sbagliarmi, ma Greta si è portata addosso qualcuno!"
"Addosso?"
"Addosso!"
"Non capisco"
"Alza la chiappe e vieni a vedere"
"Devo proprio?"
"Fai come vuoi"
"Mi fido di te"
"Da quando?"
"Ti dico che mi fido e tu..."
"Ti fidi solo perchè non vuoi scollare le chiappe dalla tua poltrona!"
"E anche fosse?"
"Prima o poi dovremmo pensare a separarci..."
"A separarci? ma sei rincoglionito? Stiamo così bene insieme... Come va lì fuori?"
"Vedo una schiena pelosa appiccicata al finestrino"
"Pelosa? allora non è Greta!"
"No, quello non è di sicuro Greta"

Quello infatti era Carne. Allo stremo ormai delle sue forze, si era di colpo addormentato intrappolando Greta sotto di lui. Non rimaneva che attendere.

E invece non ce ne fu bisogno perchè la portiera venne aperta dall'esterno, qualcuno le afferrò un piede e cominciò a tirare. Fu davvero un bene che nella sua foga Carne avesse sudato abbondantemente, mentre veniva estratta dall'auto le sembrò di essere una saponetta sotto la doccia. Fu così che scivolò sul prato senza alcuna conseguenza se non una piccola botta alla nuca dopo avere sbattuto contro il bordo inferiore del varco della portiera.
Era nuda. Guardò i due vecchi. I due vecchi la guardarono. La guardarono a lungo, in lungo e in largo, senza parlare. Non avevano mai visto in vita loro una donna così bella e per giunta così nuda. Per la prima volta in vita loro erano in imbarazzo. Entrambi si erano quasi dimenticati di cosa fosse un'erezione ed ecco che, improvvisamente, entrambi ne ebbero una.
Greta se ne accorse ma, malgrado il suo principio fosse quello di non buttare mai via niente, fece finta di non accorgersene; per fortuna in quel momento dalla piccola Austin giunse un lamento, molto simile ad un grugnito.
"Chi è?" chiesero all'unisono i due vecchi...
"Non lo so" rispose la ragazza.
"O tempora, o mores!" pensarono all'unisono i due vecchi mentre Greta adocchiò gli zampilli della fontana e ci si diresse. Aveva davvero bisogno di una doccia e in ogni caso i due vecchi che l'avevano salvata avevano diritto ad un premio.

domenica 21 giugno 2009

In attesa

"Dove è la ragazza?"
"Quale ragazza?"
"Stiamo aspettando qualcuno?"
"Certo, Greta"
"Greta è la ragazza di cui stavo parlando..."
"Ah, già, Greta. Avrebbe dovuto essere già qui. Secondo te dove è?"
"E' esattamente quello che ho chiesto prima"
"No, me lo ricordo benissimo, tu non hai parlato di Greta, hai chiesto solo dove è la ragazza"
"Prova a pensare per un attimo che Greta sia la ragazza..."
"Secondo te Greta non è una ragazza?"
"Fanculo!"
"Ricominci?"
"Azzeriamo tutto e ricominciamo. Dove è la ragazza?"
"Avrebbe dovuto essere già qui"
"E' proprio per questo che te l'ho chiesto"
"E io come faccio a saperlo?"
"Non pretendevo che tu lo sapessi"
"E allora perchè me lo hai chiesto?"
"Perchè mi sta assalendo una certa ansia..."
"E hai voluto coinvolgermi..."
"Sì, no, non lo so..."
"Fanculo!"

Le ruote di un'auto stavano facendo scricchiolare la ghiaia del vialetto....

Chiodo scaccia chiodo

Le gambe di Greta arrivavano oltre il finestrino e la sua minigonna ancora più su. Carne non ci mise molto a chiedere scusa. Lo fece da seduto perchè ne valeva davvero la pena, uno spettacolo così non gli era certo capitato spesso. Trovarsi di fronte ad una donna, sicuramente tra le più desiderabili del mondo, con un paio di gambe sicuramente tra le più belle d'Europa, gli provocò una violenta erezione.
"Hai un'erezione?"
"Come hai fatto a capirlo?"
"Succede sempre a tutti quelli che incontro"
"E tu come reagisci?"
"Io? Non butto mai via niente!" disse infilandosi sul sedile posteriore della macchina.

Carne non fece in tempo a capire se si trattava di un invito perchè, mentre lei da dietro armeggiava con la leva del sedile, svenne.

Quando riaprì gli occhi la ragazza era seduta di fianco a lui, tranquilla, con un'aria soddisfatta.
"Ora ce ne possiamo andare" disse lei.
"E della mia erezione cosa ne facciamo?" mendicò lui
"Un'altra?"

Fu allora che Carne capì, quella era la donna della sua vita.
"E Kate?" pensò.
"Si fotta!" si rispose.

May be a spark?

"Hey, ma dico! Che cos'è, ubriaco?"
"Esatto. ho bevuto tre margarita proprio mezz'ora fa"
"E guida?"
"Adesso mi sono fermato"
Carne non era ancora sceso dalla macchina, ma dall'interno poteva già vedere l'intera figura di Greta che era scesa dalla Austin tamponata e si ergeva minacciosa al bordo della Aberford road, a poche miglia da Garforth. Appena la mise a fuoco divenne improvvisamente gentile.

sabato 20 giugno 2009

Historia mater justitiae

La vecchia millecento arrancava per la stradina ai margini del paese. Dopo aver scartabellato tutti gli archivi parrocchiali di Santa Caterina Albanese, Fagnano Castello, Mottafollone, San Sosti, Sant'Agata di Esaro, San Marco Argentano (visita alla quale parteciparono anche gli allievi dell'Istituto di Istruzione Superiore Liceo Classico Statale "P. Candela), Mongrassano, Cervicati, San Donato di Ninea, Roggiano Gravina (dove chiese collaborazione all' Educandato Maria SS. Bambinae e al Parroco di Regina Paradisi, Don Carmelo Vissani), Cerzeto, San Martino di Finita, Acquaformosa, Altomonte, Torano Castello,Sartano e Chiodo sartanese (oltre, ovviamente, un'accuratissima ricerca a Malvito), era riuscito finalmente ad ottenere qualche informazione: a Chiodo Sartanese abitava uno storiografo di fama mondiale, malvitese ab antiquo e divenuto poi docente di cultura mediterranea ad Harvard. Adesso, il professor Salvatore Caruso era tornato a trascorre la vecchiaia nella vecchia casa di famiglia. Don Salvatore, come lo chiamavano a Chiodo, aveva fatto studi accurati sul passato medioevale di Malvito.
Durante le sei ore in cui Don Salvatore gli illustrò la storia di Malvito, Breviglieri pregò che gli venisse un ictus per togliersi quella infinita rottura di coglioni.
Alla fine tirò fuori una fotocopia della pietra.
"Ah - disse Don Salvatore - il celebre Lapis Malvitensis! Sembrerebbe un atto di proprietà"
"Sembrerebbe?"
"Anche se lo fosse, è scaduto da secoli!"
"A quali terre si riferisce?"
"Non serve consultare la pietra, per saperlo! La Casata dei Kuleos governò saggiamente queste terre dalla fine della quarta crociata. Karnelmo Kuleos era un prediletto di papa Innocenzo III che lo voleva a capo della spedizione in Terrrasanta. Ma come certo saprà i francesi volevano invece il conte Teobaldo di Champagne, che però morì nel marzo 1201; Tutti pensavano che Karnelmo sarebbe partito alla testa delle truppe, ma invece fu Bonifacio I del Monferrato a prendere il suo posto. La crociata doveva essere diretta contro i musulmani in Terra santa, ma in realtà si risolse nel saccheggio di Costantinopoli da parte dell'esercito crociato, portando alla spartizione dell'Impero bizantino e alla costituzione da parte dei crociati dell'Impero Latino. Nella prima enciclica di Innocenzo III dell'agosto 1198 la liberazione di Gerusalemme è vista come necessaria, ma questo obiettivo non fu raggiunto, solo una piccola parte di crociati raggiunse la Terrasanta. Karnelmo era tra loro, ma giunto a Gerusalemme venne prima inchiappettato e poi ucciso da dei predoni. Papa Innocenzo per farsi perdonare, donò le terre al figlio di Karnelmo, Karnes, il quale però era detito alla gozzoviglia, quindi le terre furono amministrate dal fratello minore Karnin."

Il destino

Carne si addormentò. La sua auto non se ne accorse e continuò senza rallentare per circa 500 metri. Poi rallentò di colpo, dopo avere tamponato una piccola Austin Healey-Sprite color malva, ferma sul bordo della strada.

The long way to Yorkshire

"Cosa cazzo è andata a fare Kate da quei due vecchi sorci?"
"L'avranno chiamata loro..."
"La intorteranno di sicuro..."
"Le parleranno male di me..."
"Le chiederanno dei soldi..."
"..."
Ogni cinque minuti una nuova ipotesi sfiorava il suo stanco cervello. La sua storia con Carnet lo stava sfinendo... Carnet era l'autore di qualsiasi buona azione mentre a lui venivano attribuite le peggiori nefandezze... Persino il giorno del suo matrimonio Carnet lo aveva fatto sequestrare per prendere il suo posto, negli anni successivi era anche riuscito a fare figliare Kate un paio di volte! E quando Kate gli chiedeva che fine avesse fatto suo fratello lui rispondeva tranquillamente.
"Conosci Carnet, sarà disteso al sole di una spiaggia tailandese... prima o poi si farà vivo."
Carne era davvero in Tailandia, ce lo aveva fatto spedire Carnet. Ma non era su una spiaggia, era nella cella più sicura della prigione privata del proprietario di una catena di bordelli, intontito dall'oppio che gli veniva fornito in abbondanza.

"Cherchez la femme. Se trovo Kate la matassa comincerà a dipanarsi"

Mentre guidava continuava a parlare, a porsi domande a e darsi le risposte anche se non aveva ancora capito chi stava cercando davvero e il perchè. In questa confusione l'oppio aveva molto probabilmente una sua precisa parte così come la castità forzata a cui era stato sottoposto durante gli ultimi sei anni, prima di essere liberato durante la rivolta delle prostitute. Si sentiva come il Re Sole nella Maschera di Ferro e un po' anche come il Conte di Montecristo. Prima o poi avrebbe saputo chi era.

"Quale matassa?" si chiese prima di addormentarsi convinto di parlare con il professor Jirolam Salajdarian.

venerdì 19 giugno 2009

Lamento di Carne 2

Dovreste provare. Dovreste provare ad avere un fratello che si sostituisce a voi nei momenti più salienti della vita. Era lui a mangiare l'uovo in riva al mare. Era lui a vestire la mimetica sull'Eiger. Era lui, ad essere seduto di fianco a Kate nel giorno del mio matrimonio. In poche parole era lui. Lui è sempre stato al posto mio.
O forse... molto più semplicemente
IO NON SONO CARNE.

Tutto è cominciato quando eravamo piccoli... lo obbligavo a fare la mia controfigura. Non è infrequente, tra gemelli. Lui era bravo in scherma, ed io ho vinto tre coppe senza aver mai dato una stoccata. Poi c'è stata quella storia del Radon. Pensavo di non cascarci. Dicevo: il Fondatore si diverte a provocarmi con l'entropia, sperando che io (avendo letto De Bono) riesca comunque a tirare le fila dalle sue cazzate alcoliche.
Poi... devono essere state le radiazioni, o forse la presidenza del club affidata a Spengler... Spengler presidente del Club del Radon... roba da non crederci.
E Carnet... Carnet che si è preso tutto...

La Pietra, la Donna, il Club del Radon

Baby baby, je je jeee
Pupa pupa, je je jeee
Balla bella bambolina,
balla bella je je jeee.

Stelle stelle, je je jeee
luna luna, je je jeee
Guarda in alto bambolotto,
Guarda in alto, je je jeee.

Soluzione

"Ti ho già detto che se mi fai fuori Kate te la dovrai scordare!"
"E' l'ultima volta che te lo chiedo: DOVE E' KATE?"
"Togli la pistola dalla mia testa e te lo dico!"

Carne decise che era inutile sparargli in testa. Spostò la canna della pistola sulle balle di Jason.

"Forse non hai capito... se vuoi che ti dica dove è Kate quella pistola devi infilartela nel culo!"
"No. Non ci penso nemmeno."
"Ho capito, non hai capito. Intendo dire di non puntarmi addosso quell'arnese."
"Credevo che..."
"Non avevi capito, ora hai capito. Mi hai chiesto dove è Kate."
"Dove è Kate?"
"Dove pensi che sia?"
"Fanculo!"
"Appunto!"
"Nello Yorkshire?"
"Ora hai capito. Togliti dai coglioni, testa di cazzo."

Jason si sentì salvo, almeno per il momento.

Carne rincoglionisce?

Jason stava riflettendo. Carne stava cercando Kate. Carne voleva trombare Kate. Carne voleva trombare Kate perchè non c'era ancora riuscito. Questo era quanto aveva farfugliato poco prima.

C'era qualcosa che non tornava. Ricordava benissimo quel 15 dicembre di sei anni prima quando, a malincuore, fu costretto a fare il testimone di nozze, le nozze tra Carne e Kate. Fu anche costretto, a malicuore, a fare il padrino del loro primogenito e a partecipare alla festa del primo compleanno della loro bellissima bimba, Joan. Ergo: Carne trombata l'aveva!

Cosa stava succedendo a Carne? Ma prima ancora di capirlo cosa poteva fare per togliere la pistola dalle sue mani e soprattutto dalla sua tempia?

Greta


La piccola Austin Healey-Sprite color malva sfrecciava per i viali pieni di fogliame. Non era mai stata nello Yorkshire. Le sembrava un posto di vecchi. A soli ventinove anni Greta Shalikan, dopo una laurea a Cambridge e un paio di medaglie nella nazionale di atletica leggera, era stata ballerina classica, top model, pornostar, arredatrice di yatch e art director in un'agenzia pubblicitaria.
Alcuni sostenevano che avesse le gambe più belle d'Europa, altri giuravano che fosse in grado di procurare un'erezione a cento metri di distanza. Per tre anni aveva vinto il Vip Contest Award come "Donna più desiderabile del mondo".
Era stata la fidanzata di un calciatore, poi di un tennista e infine di un pilota. Quantunque fosse sulla scena da soli cinque anni aveva fatto almeno cinquanta calendari. Momentaneamente era senza lavoro, e per mantenere il suo tenore di vita faceva l'amante di un ricco siberiano, in attesa di tempi migliori per lei, o di tempi peggiori per lui.
Di padre circasso e madre danese, la giovane donna era cresciuta a Londra, ospite di una vecchia zia esperta in arti esoteriche, veggente e spesso impegolata con l'alta società inglese.
Era stata proprio la zia - Madame, si faceva chiamare - a segnalarla a Colui.
"La ragazza ha talento per ogni cosa, due grandi tette e una coscienza molto piccola" aveva detto Madame facendo l'occhiolino a Colui.

La pietra di Malvito

Carmine Caruso (who's who su Carne's People) prima di emigrare in America, aveva fatto il cameriere a Malvito, un piccolo paese della Calabria, in provincia di Cosenza. Un pomeriggio, poco prima di partire, curiosando qua e là nella necropoli di Pauciuri*, si imbattè in una lastra di marmo sulla quale c'era una strana iscrizione: - kvis cibatur merda galuikon faktus est(...) - ke kelle terre per kelle fini ke ki contene --kuadraginta annos le possette Karnes Kuleos. Senza sapere nè leggere nè scrivere (poi in America capì che l'essere bellissimo era più che sufficiente) non ci pensò su due volte e si portò via la pietra. Parecchi anni dopo sua moglie, la ricca Ellen Peacock, la regalò al Museo della Merda di Carthage-Missouri insieme ad una borsa di studio per le ricerche necessarie e definirne l'origine e il significato che fu vinta da un ragazzo inglese...

*...a paleobiogical study on an Early Medieval human group from Pauciuri cemetery (Malvito, Cosenza, Italy). Metrical, morphological, and discrete traits show a certain homogeneity in this population and skeletal markers due to working activities are mostly concentrated on upper limbs. However they show a different sex-related pattern so that it is highly probable that males and females perfomed different working activities. Children mortality rate is not particularly high (25%) and average life span in adults is 36 years for males and 34 for females. We want to stress that the number of children skeletons is probably underestimated because their tombs were emptied out and reused by Early medieval populations from Pauciuri...

giovedì 18 giugno 2009

We need some new star

"We need some new star" disse Grande sbadigliando alla finestra.
Lo Sherry era rimasto così a lungo nel suo bicchiere senza essere toccato che era quasi evaporato. I Rahat Lukum invece erano finiti. Restava solo un po' di zucchero a velo nell'incarto, ma grande lo stava raccogliendo tutto leccandosi le dita.
"Non parlare in inglese, mi da fastidio"
"Fanculo. Anzi: Fuck ya"
"Ti faccio presente che i solleciti sono ancora in ingresso"
"Ti faccio presente che la storia langue. Stasera non ha ancora postato nessuno".
"E' ancora presto"
"Comunque abbiamo bisogno di qualche new entry"
"Non parlare in inglese"
"Siamo nello Yorkshire. Come cazzo dovrei parlare?"
"Come vuoi, ma non in inglese"
"Sei d'accordo sulla n... nuova entrata?"
"Diciamo che sono disposto ad assecondarti"
"Come sei magnanimo"
"Bisogna distogliere Carne"
"Chi chiamiamo?"
"Greta"

Riprendere i contatti

Sopra il portale tardo-gotico della cattedrale spiccava un'insegna lampeggiante. L'insegna rappresentava un antico Blasone, quello degli Spengler, recante in alto una tartaruga, simbolo della proverbiale lentezza della famiglia nel prendere decisioni.
Al centro dello scudo campeggiava un serpente attorcigliato ad un ramo di Hellleborus.
Ad un lato dello scudo due muli rampanti si inchiappettavano furiosamente sotto lo sguardo benevolo di una colomba color bordeaux Saint-Emilion Chateau Batailley del 1970. Roba buona per sciacquarsi i denti.
"Che blasone idiota" pensò Carne suonando ad un unico campanello d'ottone senza nome incassato nel portale. L'incasso era stato realizzato prendendo a martellate un bassorilievo di porfido grigio di Barge, che fungeva da piccola lesena a fianco del portale.
"Chi è?"
"Apri, Jason, non fare il coglione"
"... ma sono in vestaglia!"
"Se non apri ti spacco il culo, testa di cazzo!"
"Carne, forse è meglio se vai a prenderti un caffè"
Spengler non riuscì neanche a finire la frase: la serratura esplose in mille pezzi e la porta venne aperta con un primo calcio. Il secondo finì dritto dritto nei coglioni di Spengler, che rotolò mugolando sul tappeto.
"Dov'è?" chiese Carne.
"Dov'è, chi?"
Secondo calcio nei coglioni.
"Spengler, sto alterandomi. Non vorrei farti male"
"Non... lo so, te lo giuro"
Terzo calcio nei coglioni.
Carne prese un bicchiere dal carrello e si versò due dita di un superalcolico a caso tra i molti presenti. Poi si sedette sul divano e si passò una mano sulla fronte. Era un gesto di disperazione.
"Spengler, non voglio ammazzarti. E' probabile che tu serva alla storia, ma se non mi dici dov'è Kate entro un minuto, penso che Grande Merda dovrà fare a meno di te e dei tuoi servizietti fiscali. Parliamoci chiaro, prima che cominci tutto quanto: Questa volta la devo trombare, quella donna. In quasi mille pagine, quegli stronzi non hanno trovato neanche lo spazio per una sveltina. Questa volta non sarà più così. Non lo accetto...".
Carne estrasse di tasca la pisdtola, tolse la sicura e la puntò alla tempia di Spengler.
"Quindi dimmi dov'è"
"Se mi fai fuori rischi di non saperlo mai più"

mercoledì 17 giugno 2009

Coordinate GPS


Per i non addetti ai lavori individuiamo il luogo definito dalle coordinate GPS del paragrafo precedente. Si tratta di Malvito, in Calabria, provincia di Cosenza.
- kvis cibatur merda galuikon faktus est
(...)
- ke kelle terre per kelle fini ke ki contene -
-kuadraginta annos le possette Karnes Kuleos


Per quanto considerata a lungo apocrifa, questa iscrizione, conservata oggi nel Museo della Merda di Carthage-Missouri, apre uno spiraglio sulla Storia.

Come mai fu trovata a GPS: 39.599245, 16.05235?

SS - Shit Survivors, i reduci di Shit

Grande Merda e Colui-il-cui-nome-non-può-essere-nominato erano sempre stati hand-in-glove, culo e camicia. Fanculo era a turno il loro motto ma nessuno aveva mai preso sul serio l'invito dell'altro tranne quando il tema era il denaro, poco o tanto che fosse. Quando i riflettori si spensero sulle loro avventure non trovarono niente di meglio da fare che addentrarsi nei meandri del fisco inglese trascorrendo giorni, mesi anni alla ricerca della madre di tutti i vantaggi fiscali finchè trovarono quello che stavano cercando: un'associazione composta da reduci di una grande guerra, pochi onori ma grandi vantaggi fiscali e cospicue indennità di sopravvivenza. La gestazione di Shit Survivors non durò più di tre settimane, il tempo necessario a contattare i soci e a radunarli davanti ad un notaio. Gli unici che non firmarono furono i due marmocchi di Carne e di Kate (minorenni) e il Commendator Breviglieri, misteriosamente scomparso un paio d'anni prima mentre se ne stava andando verso il circolo polare artico alla guida della sua gloriosa millecento.
Le quote una tantum e la prima quota annuale finirono subito sul conto cifrato GRACO (Grande e Colui) intestato a SS, Isola di Man.

"Fanculo!" dissero all'unisono, alzando i loro bicchieri di marsala, brindando nella loro villetta nello Yorkshire alla riuscita dell'iniziativa che avrebbe assicurato loro un decoroso futuro.

Sollecito - quota di iscrizione annuale

"Hai spedito i solleciti?"
"Ce ne sono pochi"
"E allora?"
"Aspettavo ce ne fosse qualcuno di più, per fare una spedizione unica"
"Mai una volta che tu faccia le cose come voglio io. Comincia a spedire quelli che hai preparato, poi ci occuperemo degli altri"
"Come vuoi tu... io pensavo che... okkei, facciamo come vuoi tu. Il capo ha sempre ragione"
"Non ricominciare con la storia del mobbing, mi hai rotto i coglioni, testa di cazzo! Spedisci sti cazzo di solleciti che siamo senza un soldo!"
"Sissignore"
"E non fare il furbo, ti tengo d'occhio"

Trenta minuti dopo le ventisette buste contenenti i solleciti erano pronte. Sulla prima spiccava un nome familiare, Carne di Culo, così come familiare era l'indirizzo che lo accompagnava: Bedford Square. Dentro c'era la tessera per il 2009, senza la quale tutti i vantaggi fiscali finivano a puttane...

Lamento di Carne

Io ne ho viste cose che voi umani non potete neanche immaginare.
Schizzi di diarrea fiamme al largo dei bastioni di Shit,
vecchie puttane inglesi scoreggiare come cavalli, piantagioni di Helleborus date alle fiamme; e ho visto isole di merda sommergersi e riemergere...
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo...come lacrime nel water.
È tempo... di cagare.