giovedì 2 luglio 2009

The Economist, pag. 3

La Borsa di Shangai, unico caso insieme a quella brasiliana, segna un andamento positivo da inizio anno con una crescita del 23% e scambi molto intensi che ieri hanno segnato il massimo degli ultimi tre anni e mezzo.
A trainare questa impennata è stata la crescita di alcuni cartelli azionari, quello della Lydden Hill Corporation e quello della Shitland Isle, fino a ieri appannaggio di piccoli investitori ed oggi schizzati nell'occhio del ciclone della finanza, con un quartier generale che probabilmente da Macao passerà a Wall Street. Ma mentre i mercati internazionali di tutto il mondo perdono vistosamente terreno e l'economia globale è in recessione, gli investitori sembrano scommettere sulla tenuta della merda e delle corse automobilistiche, grazie anche all'efficacia del piano di stimoli messo in campo dal governo di Pechino a novembre, consorziatosi con una cordata di investitori occidentali, capeggiati dal magnate Antie Buckberry.

La ripresa del mercato azionario mondiale sembra proprio una scommessa sulla merda e sulla velocità. La merda, (che nel 2008 aveva lasciato sul terreno il 50%) si accompagna a dati sui nuovi prestiti del sistema bancario diffusi oggi che a gennaio sono saliti a un tasso record dopo le pressioni del governo ad aprire i rubinetti del credito, in specie nel comparto fognario, nell'ambito del piano di stimolo dell'economia da 585 milioni di euro.

Al contempo il governo americano ha annunciato una serie di nuove misure nel settore fognario e automobilistico. La crescita degli impieghi previsti tuttavia (si parla di 35 milioni di nuovi occupati), secondo gli analisti, non sarebbe sostenibile e rischia di creare problemi alla salute del comparto finanziario. Secondo un rapporto di Jp Morgan la crescita dei mercati azionari legati ai due temi in oggetto dovrebbe aiutare i consumi interni e stimolare nuovi mercati legati alla shit-quick economy. In base alle previsioni del Fondo monetario il settore crescerà nel 2009 del 12,7% in totale controtendenza con i mercati tradizionali.

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