martedì 21 luglio 2009

Take Four

Quattro uscì di buon mattino. Aveva preso un piccolo appartamento in affitto nel quartiere latino, nella convinzione di poter rivivere qualcosa di simile della vita dei bohemiens. Ma Parigi era ormai diventata uguale a tutte le altre capitali, anche se un contratto da Gallimard non poteva avere teatro migliore di Parigi.
Abitava al 44 di Rue Racine, a pochi passi dall'Odeon. Come al solito passò al pub Saint Germain, in Rue Ancienne Comédie, per un croissant e un café-au-lait. Mentre trangugiava il caffè dava un'occhiata alla prima pagina di Le Figaro. Fu allora che sentì quella voce (conosciuta?) alla sua destra.
"Mai una volta che in prima pagina ci sia una buona notizia..."
Era chiaro che il signore con quel trench stropicciato e il vestito blu aveva voglia di chiacchierare.
"Già. Al lunedì poi..." rispose Quattro, solo per cortesia
"Come sono i croissant?"
"Passabili"
Marlowe ordinò un croissant.
"Lei è americano, vero?"
"Spero che non le dipiaccia"
"Affatto, signor..."
"Marlowe. Philip Marlowe" A Quattro quel nome non disse niente. Era uno dei massimi responsabili di una casa editrice, ma aveva ottenuto quel posto così importante grazie all'appartenenza a una loggia massonica, e non certo per la sua cultura.
"Molto lieto. Quattro De Culo"
Marlowe sentì di essere sulla buona strada e rilanciò:
"Mm... Conoscevo un Di Culo. E'vostro parente?"
"Di Culo è il ramo italiano della mia famiglia. Ho uno zio, Colonnello della Confederazione, che si chiama Di Culo"
"Per caso, di nome fa Carne?"
"Esatto, monsieur. Lo conoscete?"
"Siamo solo amici su Facebook" rispose Marlowe, che aveva sentito dire quella frase sul metro, senza sapere cosa volesse dire.
"Si trattiene molto a Parigi, signor Marlowe?"
"Giusto il tempo di sbrigare alcune faccende, poi dovrò andare in Normandia"
"La saluto, monsieur. Devo scappare, se non voglio perdere il metro"
"Arrivederla signor De Culo"

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