Marlowe uscì da quella chiacchierata con la testa che stava per esplodere. Era certo di non essere un idiota, e non si poteva certo dire che avesse alle spalle dei casi irrisolti, eppure sentiva che stavolta era diverso. Certo i due spilungoni non erano all'altezza di Raymond, ma c'era di più.
Il domestico lo accompagnò alla porta, e Marlowe tentò l'ultima carta. Prese un paio di banconote da cinquanta sterline e tenendole tra le mani disse al domestico:
"Potrei fare qualche domanda anche a lei, signor..."
"Justin" disse il domestico
"Ok Justin, ho intuito che sei un uomo di mondo..." disse Marlowe allungando un po' le banconote.
"Di mondo, signore, certo. Sono un uomo di mondo" rispose Justin senza capire che cazzo volesse dire quell'americano.
"Beh, che mi dici della vecchia, Justin?" chiese Marlowe porgendogli le banconote
Justin fu fulmineo. Afferrò le banconote e rispose:
"Una datrice di lavoro perfetta. Grazie, buonasera signore"
Marlowe si trovò fuori dal portone senza neanche accorgersene. Il compenso dei suoi primi giorni di lavoro se n'era andato. Era senza un soldo, in giro per le vie di Londra.
Nella sua testa si affastellavano isole di merda che emergono dal mare, salse che fanno bruciare il culo, divinità egiziane e antichi riti esoterici, gemelli diversi, uno astronuta e Colonnello della Confederazione, l'altro viveur e membro del jet set. Poi guadagni miliardari in borsa, circuiti automobilistici e antiche iscrizioni ... Di tutto quel fracasso nella testa di Marlowe rimaneva solo un cocktail con gli ingredienti sbagliati. Uscì da Londra e si diresse verso Lydden Hill.
venerdì 17 luglio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento