Monsignor Maurilio Casati-Mendes uscì molto preoccupato dal dialogo con Sua Santità. Come Responsabile degli Affari Speciali in Vaticano non aveva certo giornate senza impegni, ma quelle che si prospettavano sarebbero state di certo terribili.
Sua Santità voleva assolutamente che le voci sulla riemersione di Shitland e tutte le vicende ad esse legate fossero azzerate, tacitate per sempre senza commenti. Disse chiaramente che potevano favorire una sorta di neo-paganesimo che già dava preoccupanti avvisaglie con tutte le nuove e false religioni che c'erano nel mondo. Intimò al Cardinale di agire prontamente e senza indugi.
Ma il monsignore era inquieto... tanto per cominciare i testi di Don Satrapus Sturio che tradusse lo Stigma e il Locus Merdae e del celebre Reverendo Cassius Dirkomber erano da secoli archiviati nella Biblioteca Palatina... Non poteva certo farli sparire!
E poi c'erano le pressioni, neanche troppo cortesi che provenivano dall'Opus Dei e dall'APSA. Anche lo IOR si era fatto sentire, ma dopo la faccenda dell'uomo trovato morto sotto un ponte a Venezia, Sua Santità aveva detto che sarebbe stato meglio meglio che lo IOR ne rimanesse fuori, perchè - disse - portava sfiga.
D'altra parte l'Istituto per le Opere di Religione (meglio noto con l'acronimo IOR e comunemente conosciuto come Banca Vaticana) è erroneamente considerato la banca centrale della Santa Sede, compito invece svolto dall'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, chiamato appunto APSA.
Tutti questi enti avevano realizzato cospicui investimenti nella Lydden Hill Corporation e centinaia di azioni Shitland Majors erano nelle mani dei maggiori prelati. Nessuno sapeva come e perchè, ma ormai era chiaro che Lydden e Shitland facevano capo ad un unico gruppo finanziario e che i mercati azionari dei due titoli erano sinergici. Era chiaro che la riemersione di Shitland con tutto il battage mediatico avrebbe riportato la azioni alle stelle, e l'Opus Dei aveva già pronto un progetto per un tracciato di formula uno sull'isola di merda.
Monsignor Casati-Mendes era veramente in un bel ginepraio, e fece l'errore di chiedere consiglio ad un capitano della Guardie Svizzere, tale Wilfred Wrubl, che lavorava per la Stasi prima della caduta del muro.
Oltre a questo errore, Monsignor Maurilio Casati-Mendes ne stava commettendo anche un altro, che era quello di sottovalutare la faccenda sotto il profilo esoterico. C'era qualcosa di diabolico e sinistro in ciò che stava accadendo, e Sua Santità lo sapeva (forse era il settimo o ottavo mistero di Fatima), ma non poteva rivelarlo.
domenica 12 luglio 2009
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